martedì 30 settembre 2014

Intervista a Monica Roiati

Scambiamo quattro chiacchiere con Monica Roiati, autrice di "3x3 Racconti erotici".

1. Ciao Monica, benvenuta sul mio blog. Due parole su di te per i miei lettori?
Ciao Roberto, e grazie per avermi invitata sul tuo blog. Due parole, per una logorroica come me, saranno difficili ma ci provo! Sono una donna che ha superato i 40 da qualche anno! Sono nata e vivo a Roma da sempre. Faccio la mamma a tempo pieno, sono sposata, lavoro per un ente pubblico di ricerca scientifica. Diciamo pure che, il lavoro che faccio, non è la mia “vocazione”. Da sempre amo disegnare, dipingere, creare bigiotteria, insomma realizzare bellezza con le mani. Questa è la mia vocazione vera. Nel poco tempo libero mi tengo in forma con la difesa personale, quindi attenti J. Amo leggere, mangiare bene, ridere con gli amici e godere della bellezza, sempre e ovunque. Da sempre, la bellezza, l’armonia e l’amore sono una ricerca costante, una tensione interiore, un anelito. Di me dicono spesso che sembro una donna precisa, formale… un po’ perfettina, poi però conoscendomi si sorprendono di quanto sia ironica, pazzerella, informale. 

2. Come ti sei avvicinata alla scrittura? Ci sono degli autori che ti hanno ispirata e influenzata?
Mi sono avvicinata  per gioco, questo libro nasce dalle chiacchiere con tre colleghe in pausa pranzo. Ci siamo ritrovare a parlare di sesso e a lamentare una certa visione dello stesso da parte della società. Per gioco, quindi, decidemmo di scrivere dei racconti. Ci siamo date un tempo di realizzazione e poi ci saremmo dovute scambiare le “opere”. Allo scadere del termine, io avevo scritto il mio racconto, loro, le colleghe non avevano prodotto nulla. Gli diedi ugualmente il mio da leggere e loro lo apprezzarono molto. Mi incoraggiarono ad andare avanti ed io colsi questa sfida. Così è iniziata questa avventura. Per rispondere alla tua seconda domanda ti dico che io leggo da tempo, ma ciò che mi spinge a leggere un libro è la ricerca delle emozioni che questo ti da. Non leggo per sbandierare le mie letture e sparare citazioni. L’Ego tento sempre di tenerlo a bada. Diciamo che ho letto prevalentemente autrici. Le storie delle donne, vere ed eroine di romanzi, con le loro complessità e sfumature mi hanno ispirata. Faccio fatica a leggere ciò che scrivono gli uomini. Adoro Isabel Allende, ho letto tutto di lei… ma chiaramente ho letto anche molto altro! 

3. Il tuo primo libro, una raccolta di racconti erotici, ha una struttura narrativa un po’ particolare, ce ne vuoi parlare?
Anche questo è frutto del “caso”. Ho cominciato  a scrivere per così dire “sotto dettatura”. Ora non vorrei apparire più matta di quello che io non sono già, ma le tre donne protagoniste dei racconti si sono presentate a me con il loro nome e hanno cominciato a raccontare le loro storie, tutte diverse tra loro. Poi successivamente, avvalendomi del parere di mio marito che leggeva man mano, lui stesso mi suggerì di raccontare la storia dal punto di vista dell’uomo, quindi l’idea è stata sua. Io, ho colto la sfida, ed è stato un vero lavoro quello che ho fatto su di me. Mi sono dovuta calare nei panni di tre uomini diversissimi. E’ stata una bella avventura della quale raccolgo i frutti ogni volta che un uomo, dopo aver letto il libro si congratula con me proprio per aver colto il “loro” modo di vivere la sessualità, la vita e i sentimenti. E’ motivo di grande soddisfazione per me! Calarmi nelle vesti degli uomini mi è stato d’aiuto anche nel quotidiano, mi ha dato l’opportunità di vederli “da dentro” e questo me li ha fatti apprezzare molto di più.

4. Sei soddisfatta dall’accoglienza che ha avuto il tuo esordio letterario? Quali sono le tue aspettative su quest’opera?
Soddisfatta, sì! Ho ricevuto apprezzamento da chi lo ha letto e per fortuna non sono solo parenti ed amici, ma anche scrittori, sconosciuti e professori universitari. Ciò che mi piace molto è che ognuno ne fa una lettura tutta sua, ognuno coglie visioni e sfumature diverse. Purtroppo, però,  non riesco ad avere un realistico riscontro di vendite, la casa editrice è un po’ latitante. Comunque il libro si trova in tutte le librerie on-line, ora anche su Amazon! E da Feltrinelli lo puoi ordinare ed avere in 24 ore. A dire il vero in un paio di librerie a Roma è disponibile. Tutto ciò mi fa ben sperare. Riguardo le aspettative… beh… che dire! Spero che si continui a leggere, e vorrei trovare la strada per realizzare il mio sogno: farlo diventare un film. Secondo me si presta molto. Questo il mio sogno nel cassetto.

5. So che sei alle prese con un nuovo progetto, qualche anticipazione?
Bene, veniamo al futuro! Sto scrivendo un romanzo che è la continuazione del primo libro scritto. Qui narrerò cosa accade ad alcuni dei sei protagonisti del primo libro. Il romanzo potrà essere letto anche in maniera autonoma, quindi ignorando il primo, ma per chi mi conosce già sarà l’occasione per sapere che fine hanno fatto Elisa, Giulia, Chiara e Igor. Non sarà un romanzo erotico, anche se non escludo qualche intenso momento di sano sesso. Qui il motore sarà un altro, saranno i sentimenti, l’amore. In realtà sarà la prosecuzione di quel viaggio iniziato utilizzando il sesso come strumento di conoscenza, per poi salire verso  il cuore e porsi una domanda interessante: è l’Amore un bisogno o un desiderio? Chissà cosa avranno da raccontarci?

6. Quali sono le tue strategie promozionali? Ti senti supportata dal tuo editore oppure vorresti più impegno da parte sua?
Caro Roberto, le strategie promozionali sono totalmente a mio carico. Sia economico che organizzativo. Infatti faccio un po’ fatica a tenere in piedi tutto (lavoro, famiglia, promozione). Faccio del mio meglio ed in questo senso lavorare in una segreteria organizzativa di un ente mi aiuta ad avere un approccio creativo, che mira alla soluzione del problema. Quindi mi do molto da fare, ma ci vorrebbero un sacco di soldi e tanto tempo. Due cose che scarseggiano nella mia vita! Comunque, utilizzo molto facebook per la promozione, inoltre sono presente nella piattaforma di Libreriamo bookcamp (una rivista on-line della Mondadori?), ho anche aperto un blog nel quale i personaggi del libro postano autonomamente, in prima persona.  Vorrei fare molto di più, anche perché mi diverte moltissimo. Ed il divertimento in tutta questa avventura è la parte migliore. Chiaramente, per rispondere alla tua domanda, vorrei sentirmi più sostenuta dalla casa editrice. 

7. L’editoria in Italia è in crisi da tempo, è cosa nota. Oltre alla carenza cronica di lettori, quali ritieni che siano i motivi di questa situazione?
Bella domanda, che meriterebbe un dibattito. Posso dire che purtroppo noi italiani siamo poco lungimiranti e poco inclini al cambiamento. Ne consegue che le case editrici “famose” pubblicano solo a colpo sicuro,  e le case editrici piccole si arrampicano sugli specchi per non morire. Gli scrittori emergenti non se li sogna nessuno, cioè, pochissime case editrici pubblicano sconosciuti il resto lo fa a pagamento per tirare avanti. I lettori poi ci mettono del loro! Entrano in libreria e acquistano spesso, troppo spesso, l’autore famoso che ha avuto dalla sua una pubblicità sfrenata e costosa. Risultato: nessuno punta sui nuovi scrittori. Poi però ci sono anche i preconcetti, tra questi quelli di tanta gente presuntuosa che senza leggerti ti affossa, solo perché non pubblicato con case editrici di pregio. A me è successo in un gruppo di lettori su facebook. Ti assicuro che è stato molto sgradevole. Quindi, riepilogando, nessuno vuole cambiare il suo punto di vista e rischiare, per pigrizia, indolenza, paura. Sia le case editrici che il lettore che entra distratto in libreria. Questa la mia superficiale analisi, scaturita dalla mia mia duplice posizione di lettrice ed autrice. Risultato: non c’è movimento, ricambio, curiosità. Voglia di nuovo.

8. I tuoi sogni nel cassetto…
Roberto, di sogni ne ho tanti, troppi! Alcuni inconfessabili. Quelli chiaramente li escludo, non te li dico J Per quelli condivisibili eccoli in ordine sparso: Vincere l’edizione di Miss Italia over 40 (non credo esista) ma vorrei prendermi qualche rivincita. Realizzare il film con il mio libro 3x3 racconti erotici. Vivere una vita in armonia con i miei desideri più autentici (ci provo ogni mattina… mah!). Raggiungere il mio peso forma e mantenerlo, nonostante le abbuffate di pane e nutella. Vivere in un mondo migliore, più attento all’unico bene, la VITA! Realizzare un secondo romanzo che arrivi al cuore di chi lo legge, lasciare così una traccia di me… (anche se ho già due cloni che vanno in giro, i miei adorati figli)

Grazie per la chiacchierata, Monica. Ci puoi indicare qualche link dove trovare i tuoi libri?

Grazie Roberto per l’opportunità che hai dato a questa perfetta sconosciuta. E’ stato un piacere.

I link eccoli di seguito:

Pagina facebook di 3x3 Racconti erotici
Blog
Canale youtube con presentazione del libro e varie
Casa Editrice

Link a librerie on line dove acquistare 3x3 Racconti erotici

Ibs.it  -  Libreria Rizzoli.it  -  Webster.it  -  La feltrinelli.it  -  inMondadori.it  -  Libreriauniversitaria.it  -  Amazon.it

mercoledì 24 settembre 2014

Recensione: I rotoli dell'immortalità di Pierluigi Di Cosimo


Non mi aspettavo questo dall’autore di “Dove tutti i sogni finiscono”, che avevo trovato molto poetico e delicato, quasi metafisico.  Ecco, invece, che il buon Pierluigi Di Cosimo ti sfodera un romanzo tutto avventura e azione, con morti ammazzati, squartamenti e ultra-violenza! Poi mi accorgo che questo è il primo libro di questo autore, la prospettiva si ribalta: un esordio scoppiettante, un  “pulp” che mischia vari generi, action story, giallo, un pizzico di fantascienza e ambientazioni esotiche. La narrazione è, volutamente, sopra le righe, il protagonista sembra un mix fra James Bond e Indiana Jones in anfetamina. La trama è anche particolarmente articolata, si parte dalla presentazione dell’eroe, un personaggio dalla vita complessa, agente segreto e killer per una fantomatica organizzazione, che si muove fra l’Italia e la Grecia, con un bel po’ di conti da regolare con il proprio passato. Poi l’azione si sposta nel deserto dei Gobi, in una missione controversa, dove incontriamo anche nientepopodimeno che… (niente spoiler nelle mie recensioni!).
Secondo me va letto per quello che è: un fumettone truculento e appassionante, sicuramente non lo lascerete a metà e divorerete le pagine per vedere come va a finire. 

lunedì 22 settembre 2014

FUORI DAL LIBRO Capitolo I – Personaggi smarriti

Questo articolo esce contemporaneamente su quattro blog:



FUORI DAL LIBRO 

Capitolo I – Personaggi smarriti


Un parco, forse un giardino, avvolto nella nebbia, figure che vagano incerte...

(Iolanda) Le vedo. Le ombre si allungano davanti a me. Ne scorgo una: pare uscire dalla nebbia. Adesso che fa? Si incammina verso il parco? 
Riconosco quella figura. Sì, è Antonio. Provo a chiamarlo. La mia voce non riesce ad allungarsi fino a lui. Se ne sta su quella panchina. Un'anima sperduta e frastornata. Lo raggiungo. Mi muovo a fatica con queste catene alle caviglie: non mi permettono di camminare in fretta.

(Antonio) Di nuovo. Un attimo fa leggevo sulla panca, e ora sono qui, in questo parco perso nella nebbia, seduto su una panchina. Non è la prima volta che mi accade, ma è un sogno, un'allucinazione, pazzia, o devo credere nell'irreale e pensare che questo mi stia accadendo davvero?

(Iolanda) Antonio, ti ho visto da lontano. Cosa ci fai tutto solo in questo parco?

(Antonio) Iolanda! Anche tu di nuovo qui, sembra che i nostri destini siano collegati, almeno in questo sogno. Mi chiedevo se tutto ciò stia davvero accadendo, non saprei cosa credere, e mi sento perso in una situazione così irreale, che non posso spiegare razionalmente.

(Iolanda) Antonio, caro amico, ho le tue stesse sensazioni. Nemmeno io so spiegarmi cosa ci stia accadendo.

(Antonio) Forse in un sogno, o forse questo luogo è solo l’invenzione di qualche divinità sfaccendata... Ma se fosse così, perché proprio noi tra miliardi di persone?

(Voce narrante) Sul sentiero emergono dalla nebbia due figure...

(Iolanda) Non so, Antonio, ma pare che non siamo soli. Li vedi quei due? Stanno percorrendo la stradina, si dirigono verso di noi. Non li distinguo bene.

(Professore) Salve, buonasera, signore, signorina… Permettete che mi presenti, sono il Professor Knowall, Leonard Knowall. Stavo andando in biblioteca quando, prendendo questa scorciatoia che attraversa il giardino pubblico, mi sono perso, buffo, eh! Poi ho trovato questo giovanotto, sembra che anche lui abbia smarrito la strada, sapete per caso dov’è l’uscita?

(Iolanda) Mi dispiace, non sappiamo dove sia l'uscita. Anche noi ci troviamo qui per caso. Non capisco le tue parole.

(Professore) Vabbe’, non ha importanza… Piuttosto, cosa sono quelle catene che le imprigionano le caviglie e i polsi?

(Iolanda) Le mie catene, mi fanno male, mi stringono. Riesco a malapena a camminare, tenendo i piedi l’uno vicino all'altro. Me le hanno messe, non so perché. Dicono che ho peccato ma io non so cosa sia un peccato né credo di averne mai commesso. 

(Professore) Non credo che tu sia qui per qualche peccato che avresti commesso! Davvero non sai cos’è una biblioteca? Ma… allora è chiaro solo a me? Forse è meglio che non dica altro, per il momento… Intanto cerchiamo di capire cosa ci facciamo qui.

(Martin) Temo che sia chiaro solo a lei, professore. Per me non lo è per niente. Adesso vorrei tornare a casa ma non ho idea della direzione da prendere. Mi scusi signora, e anche lei: non dico per voi, è solo che sono stanco. A proposito, il mio nome è Martin Iuppiter. Forse lo avete sentito, sono uno scrittore.

(Antonio) Salve Professore, salve Martin, io sono Antonio Scossa, faccio il falegname, o forse dovrei dire che sono pensionato e lavoro il legno per passare il tempo. Questa è la seconda volta che incontro Iolanda in questo posto dove ci ritroviamo trasportati senza preavviso, così come d’improvviso siamo ritornati nel nostro mondo. Per voi è la prima volta?

(Iolanda) Martin, anche tu in questo parco. Come ci sei arrivato?

(Martin) Non so, all’improvviso ero sotto un grande tiglio, e il professore era accanto a me. Non ricordo cosa stavo facendo prima, ma ero di certo nel mio studio. E adesso devo andarmene, il lavoro mi aspetta. Nessuno di voi sa come possiamo uscire di qua?

(Iolanda) Che strane vesti avete addosso!

(Professore) Se i nostri abiti le sembrano così strani che dovremmo dire noi dei suoi? Signorina, lei è un’attrice, per caso?

(Iolanda) Attrice? Che significato ha questa parola?

(Martin) Non mi sembra il momento di scherzare, signorina. Teatro o cinema?

(Iolanda) Teatro? Cinema? Non capisco.

(Professore) Martin, mio giovane collega - Sì, anch’io sono uno scrittore - penso che la signorina Iolanda sia più confusa di noi in questa situazione. In confidenza, comincio a sospettare che venga veramente da molto lontano… Ma dov’è Antonio? Era qui fino a poco fa.

(Martin) Da lontano? Ma se non sappiamo neppure dove siamo…

(Professore) Intendevo lontano dalla nostra società, dall’epoca alla quale, è evidente, noi altri tre apparteniamo.

(Martin) Un viaggio nel tempo? Anche lei ha voglia di scherzare? Ma le sembra possibile?

(Iolanda) Le caviglie mi fanno male. Queste catene stringono. Aiutatemi, vi prego.

(Antonio) Eccomi Iolanda, cercavo una pietra adatta per provare a spezzare la catena, ma poi mi è venuto in mente che ho in tasca un attrezzo forse adatto, se l’acciaio delle catene non è troppo resistente.

(Voce Narrante) Antonio estrae una piccola tronchese e si china sulle catene cominciando a lavorarci.

(Antonio) Incredibile, sono di ferro dolce, neppure troppo irrobustito, riesco a tagliarlo facilmente. Non avevo mai visto catene così malleabili. Ecco fatto, ora togliamo anche quelle ai polsi.

(Voce narrante) Iolanda è finalmente libera. Si massaggia i polsi, poi scende fino alle caviglie. I tre compagni di sventura sono fermi davanti a lei, ad osservarla.

(Iolanda) Perché mi guardate?

(Martin) Un momento… sono catene vere, pesano! E allora questi segni sul viso e sulle braccia… è sangue? Come si sente, signorina? Forse dovremmo cercare un ospedale.

(Professore) Credo che le sue ferite siano più profonde, meno visibili di quelle esterne… Iolanda, cosa ricorda di quello che le è successo prima di arrivare qui?

(Iolanda) Sono venuti a prendermi. Io non capivo. Mi hanno portato via. Via da casa, via dalla famiglia. Hanno legato le mie mani e i miei piedi.

(Professore) Chi le ha fatto questo? Chi erano questi uomini?

(Iolanda) Non lo so. Avrei voluto soltanto godere dell’esistenza e dei colori delle mie emozioni, come fanno tutte le persone. Loro sono venuti, mi hanno preso, con forza, con cattiveria.

(Martin) Come ha fatto allora a fuggire da questi uomini e a venire qui, nonostante quelle catene?

(Professore) Credo che le sia successo quello che è capitato a tutti noi, si è trovata in questo luogo, non ha scelto di lasciare il suo mondo. Del resto anche lei, Martin, non è venuto qui di sua spontanea volontà, vero?

(Martin) Venuto? No, certo. Ero nel mio studio, ho aperto la porta e davanti a me c’era questo parco. Ho fatto un passo indietro, ma lo studio era scomparso e dopo un momento ho visto lei, professore. Come in un incubo… Incubo, certo. Stiamo solo facendo un brutto sogno! Anzi: sto facendo un brutto sogno.

(Antonio) Solo quando ti svegli puoi dire di aver sognato.

(Iolanda) Io non ho fatto scelte, sto soltanto subendo le conseguenze di un destino che ora mi è sconosciuto. Anche voi siete nell'incertezza, proprio come me.

(Antonio) Ma di questi tempi nessuno incatena più le persone, come è possibile una cosa del genere?

(Professore) Sì, Antonio, ha ragione, in questa nostra epoca le catene non sono più fatte di metallo, sono intangibili, ma non per questo meno forti, anzi… Come avevo già accennato prima, penso che la nostra giovane amica non sia esattamente una nostra contemporanea. Lo so che avrete difficoltà ad accettarlo, ma sono ormai convinto che Iolanda appartenga a un’epoca meno civilizzata della nostra, un’epoca in cui le catene erano più materiali e meno simboliche e, come abbiamo visto, facilmente rimovibili.

(Martin) Insomma, lei è davvero convinto che la signorina abbia viaggiato nel tempo? Non riesco a crederci.

(Professore) Caro Martin, converrà con me che non ci troviamo in una situazione ordinaria. Le risulta così difficile accettare che, come noi abbiamo viaggiato nello spazio, perché è ormai chiaro che non siamo nel giardino pubblico della nostra abitale città, Iolanda potrebbe aver compiuto un viaggio di altro tipo? A giudicare dalle sue vesti e dalle catene che la imprigionavano credo che la signorina provenga da uno dei periodi più oscuri della nostra storia. Ma proviamo a scoprirlo chiedendole direttamente alcuni dettagli che potrebbero risolvere i nostri dubbi.

(Antonio) Iolanda, cara, dammi la mano, vieni a sederti. Non vedete che è sconvolta, lasciamola riprendere, non torturiamola con i nostri ragionamenti, è evidente che fa fatica anche a capire di cosa stiamo parlando.

(Iolanda) Vi rendo grazie, signori. Dove mi trovo adesso? Cosa mi è accaduto prima di arrivare qui? Ricordo solo paura e dolore.

(Voce Narrante) Martin appare insofferente e nervoso, si allontana dagli altri poi torna ad avvicinarsi di nuovo.

(Martin) Perché non cerchiamo di tornare a casa? Non dovremo restare qui per sempre, no?

(Professore) Martin, lei sembra molto impaziente di tornare a casa, qualunque significato vogliamo dare alla parola “casa” nella nostra condizione… Ha per caso delle questioni impellenti che deve affrontare?

(Martin) Lavorare. Devo lavorare. Uno come me non può permettersi di perdere tempo.

(Iolanda) Non c’è una via di uscita. Lo sento.

(Martin) Ci deve essere, invece. Siamo arrivati qui, no? E allora potremo anche tornare dove eravamo… a meno che…

(Professore) Non vorrei essere pessimista, ma come è evidente che non siamo qui per nostra volontà, credo che dovremo rimanere in questo luogo per tutto il tempo che sarà necessario. Non chiedetemi se c’è un disegno superiore in tutto questo, io sono agnostico e materialista, ma so adattarmi alle situazioni che non posso controllare.

(Martin) Insomma, professore. Secondo lei non è un incubo, però dobbiamo rimanere qui. Crede forse che siamo… morti?

(Antonio) Non credo proprio, se fossimo morti non potremmo stare qui a parlare tra noi. Però anche senza uscita, da questo posto si può andare e venire, io e Iolanda lo abbiamo già fatto, solo non saprei dire come, è semplicemente accaduto.

(Professore) ...come dicevo prima, non possiamo andare e venire da qui a nostro piacimento, dobbiamo semplicemente aspettare che succeda. Visto che probabilmente dovremo passare del tempo qui, che ne dite di conoscerci meglio? Magari ci aiuterà a capire il motivo perché ci troviamo qui e se ci sono delle affinità che ci uniscono.

(Iolanda) Mi appoggio su questa pietra. Riposo un po’. Voi iniziate pure a raccontare le vostre storie.






sabato 20 settembre 2014

L'angolo del distopico #6

Philip K. Dick – La svastica sul sole

Altro famoso romanzo distopico e ucronico, La svastica sul sole parte da un presupposto simile a quello di Fatherland: La Germania e il Giappone hanno vinto la seconda guerra mondiale. Il mondo è controllato dai due imperi e dei loro alleati (l’impero italiano, fra l’altro di scarso peso politico, si estende nell’ex Jugoslavia, in Turchia e nei paesi del nord Africa). Anche gli Stati Uniti sono dominati dell’Asse, la zona est dai nazisti, che hanno imposto a questi stati la loro brutale visione del mondo, compreso l’antisemitismo e la superiorità della razza ariana; quella ovest dai giapponesi, che esercitano un controllo più ideologico, forse più subdolo. I protagonisti del romanzo trovano naturale vivere in questa situazione, alcuni di loro sono riusciti a ritagliarsi un ruolo privilegiato tra le pieghe di una tale società distorta. La presa di coscienza sulla vera natura di questa realtà da incubo passerà dal loro coinvolgimento nei complotti fra le due superpotenze, che mirano a prendere il sopravvento l’una sull’altra. Particolare la figura dello scrittore Hawthorne Abendsen, il cui libro ipotizza un mondo in cui la Germania ha perso la guerra (un romanzo ucronico all’interno di un altro!), quest’opera, ovviamente, è messa all’indice dai nazisti, che mandano sulle tracce dell’autore un killer per assassinarlo.
Come molti libri di argomento distopico, La svastica sul sole rappresenta una critica agli schieramenti che detengono l’egemonia politica del suo tempo, gli anni sessanta: da una parte la feroce dittatura nazista simboleggia l’Unione Sovietica, dall’altra l’Impero giapponese ricalca la supremazia culturale ed economica degli Stati Uniti.

Pare che sia in preparazione una miniserie tv tratta da questo romanzo e diretta da Ridley Scott, che tornerà quindi a cimentarsi con l’opera di Dick, dopo il magistrale Blade Runner, di oltre trent’anni fa.

martedì 16 settembre 2014

Recensione: Il mondo di Cheddonna di Chiara Pesenti


Di solito recensisco libri ed ebook, ma questa volta parlerò di un blog, anche se di tipo particolare. Il mondo di Cheddonna è in effetti un romanzo "work in progress", una specie di web-sit-com letteraria, fatta da brevi capitoli-articoli, spesso autoconclusivi, più raramente a puntate. Sul blog, attivo dal 2012, con cadenza non regolare ma costante, si narrano le vicende di Cheddonna (una “splendida quarantenne”, come la definisce la sua autrice) e di tutto il suo mondo: suo marito (Miomarito, appunto), IlPrincipe, suo figlio adolescente e molti altri, fra parenti, amici e conoscenti. Già da questi nomi, e da quelli degli altri personaggi (Chedolce, Unozio, Lastregadisopra, Quelverme, Losplendido ecc.), si capisce che il tono dei racconti è piuttosto ironico, ma sarebbe riduttivo considerarli solo dei siparietti comici. Nelle pagine del blog c’è una visione lucida e divertita delle manie e dei tic della nostra società, dei rituali più o meno consueti delle famiglie moderne e delle loro contraddizioni, c’è un’attenzione particolare per l’attualità e gli avvenimenti, piccoli e grandi, che segnano il nostro tempo. Lo stile, poi è decisamente azzeccato, molto asciutto, quasi distaccato, con guizzi sarcastici improvvisi e inaspettati. Nonostante io consigli di leggere i racconti presenti sul blog dall’inizio, soprattutto per apprezzare l’evoluzione dei personaggi, il blog di Chiara Pesenti si può gustare anche senza seguire l’ordine cronologico, saltando qua e là fra un capitoletto e l’altro. In ogni caso l’esperienza di lettura sarà gratificante.

lunedì 15 settembre 2014

Recensione: Bollito tosto di Alberto Tristano


L’hard boiled, per intenderci, è il genere di Chandler e del suo personaggio più famoso, Philip Marlowe, portato sugli schermi da Humphrey Bogart. Alberto Tristano ambienta il racconto a Roma e ne fa una versione “de noantri” (Bollito tosto, in fondo, è la traduzione letterale di hard boiled…). La narrazione è ispirata, oltre al già citato investigatore privato, ai gialli all’italiana, sia letterari che cinematografici, tanto in voga negli anni sessanta e settanta (Duca Pelli è un omaggio al Duca Lamberti di Scerbanenco), non mancano gli elementi stereotipati del genere: la “femme fatale”, il reporter ficcanaso, i guai con le forze dell’ordine, i cattivi di turno. Chi ha letto “Il diario di Giovanni Ponte” ritroverà l’ironia pirotecnica dell’autore in queste pagine, tutto il suo mondo di citazioni e “nonsense”, a cominciare dal nome dei personaggi: Duca Pelli, Ada Mori, Manga Nello ecc. C’è poco da fare, con quest’autore si ride, si ride di gusto.



sabato 13 settembre 2014

Recensione: Paride Passacantando di Sergio Bertoni


La vita d’ufficio in una grande azienda si presta a immaginare relazioni e dinamiche fra gli impiegati, non è certo il primo libro che tratta l’argomento, ma Sergio Bertoni lo fa in maniera particolarmente efficace, scegliendo la cifra dell’ironia nel suo racconto. Un’ironia lieve e poetica quando descrive la storia d’amore fra un imbranato avvocato e un’avvenente segretaria, più grottesca per disegnare la figura del capo ufficio prepotente o del mezze maniche più dedito ai suoi traffici che alla contabilità dell’azienda. Particolarmente esilarante la disavventura del “tagliatore di teste” chiamato a sfoltire gli eccessi di personale. Il tutto condito da gustosissime espressioni dialettali e interessanti aneddoti tipici di Napoli, la città dov’è ambientato il romanzo. I nomi dei personaggi, poi, meritano da soli la lettura del libro! Avevo già avuto modo di apprezzare la scrittura dell’autore, il suo stile scorrevole e forbito, la sua capacità di cogliere “miserie e nobiltà” delle figure che racconta, la sua visione disincantata ma comunque positiva della vita.
Che bisogno c’è dei libri di qualche mestierante personaggio televisivo, quando abbiamo un autore come Sergio?



martedì 9 settembre 2014

Recensione: Se invece... di Selina De Vivo


Una raccolta di racconti di vario genere, scritti con bello stile e scorrevoli. L’elemento che li accomuna è il colpo di scena finale, il dettaglio che ci fa rileggere le vicende sotto una nuova luce, che ne cambia la prospettiva. Alcuni provano a riscrivere storie note, drammi che fanno parte della memoria collettiva, facendo intuire che un insignificante dettaglio diverso, una “sliding door” presa al posto di un’altra, ne avrebbero cambiato l’epilogo. L’autrice gestisce con disinvoltura lo sviluppo della trama, in poche pagine riesce a far immergere il lettore in un’ambientazione realistica che racconta piccole e grandi tragedie da un punto di vista insolito, riuscendo spesso a sorprendere. Il racconto che mi ha colpito di più è il dolce e amaro “L’attesa”, mentre “La diva” si distacca un po’, come atmosfera, dalle altre storie. Se vogliamo trovare un difetto in questa raccolta è la brevità; si arriva all’ultima pagina in un soffio, verrebbe voglia di leggerne ancora.

sabato 6 settembre 2014

Intervista a Selina De Vivo

Facciamo quattro chiacchiere con Selina De Vivo, autrice della raccolta di racconti “Se invece…”.

1. Ciao Selina, benvenuta sul mio blog. Vuoi dire qualcosa di te ai lettori?
Sono nata San Giovanni in Persiceto il 6 ottobre del 1958. La lettura è stata fin da piccola una compagna di vita, amo il cinema, il teatro, la musica moderna e classica e conosco l'opera lirica. La mia curiosità verso l'arte in ogni sua forma la devo a mio padre che nella vita vera faceva il poliziotto ma da pittore e fotografo autodidatta e dilettante non ha mai smesso di sognare. Questa è stata la mia grande e preziosa eredità, ancora oggi lo ringrazio dovunque sia. Vivo da trent'anni con mio marito Fabio, il mio più grande estimatore e sostenitore. Ho un diploma magistrale, ma ho insegnato per pochissimo tempo. Per un periodo della mia vita ho lavorato nello scintillante mondo della moda ( 30 anni fa e 30 kg fa!!) poi ho aperto un ufficio di disbrigo pratiche per studi professionali, notai, commercialisti. Non pensavo di poter scrivere o di saper scrivere però è successo, direi quasi per caso.

2. Leggendo questa tua nota biografica mi sembra di aver capito che la scrittura è un’attività abbastanza recente per te. Come hai scoperto questa passione?
Nel 2008 quindi a 50 anni suonati, ho fatto un corso di scrittura creativa, veramente è stato il mio osteopata ad incoraggiarmi. Avevo un problema di dolore cronico e tra una seduta e l'altra il medico mi suggerì di cercare il mio talento e svilupparlo. Quando gli feci notare che non avevo talenti mi disse che tutti ne possiedono uno, basta cercarlo. In quel momento il mio istinto mi ha portato verso la scrittura, destino? Dopo aver fatto alcuni corsi ho preso coraggio e ho partecipato ad un concorso nazionale di racconti molto stimolante, si doveva scrivere la breve storia di un Serial killer. Era il primo concorso che facevo e l'ho vinto, mi hanno pubblicato in una raccolta assieme agli altri vincitori. Sono partita col botto, ora sarebbe stato difficile mantenere lo stesso standard, ma ho continuato e ne ho vinti altri e anche quando non vincevo mi hanno sempre pubblicata nelle antologie. Così mi sono detta, forse so scrivere!

3. Il tuo libro è uscito in ebook su amazon, ma prima avevi pubblicato per una casa editrice, ci vuoi parlare di questa esperienza? 
La mia esperienza è stata positiva ma con delle criticità. La cosa bella è che la casa editrice mi ha cercato e non mi ha chiesto nessun contributo spese e questo è già tanto. Io non ho ricevuto nessun compenso, ma si sarebbero dovute fare delle presentazioni, che a tutt'oggi sto ancora attendendo. Una di queste doveva essere alla Zanichelli di Bologna e ci tenevo parecchio per farmi conoscere. Il mio piccolo libricino di racconti è stato il più venduto del catalogo della casa editrice (parole loro), a Bologna e nel mio paese, grazie alla gente, agli amici, a Facebook e alle librerie che ci hanno creduto ( Libreria Logan e Libreria degli Orsi) è stato esaurito più volte. Ho ricevuto i complimenti dall'editore ma le promozioni di cui si era parlato non ci sono state, probabilmente il prodotto si  era già  venduto da solo.

4. “Se invece…”, come nasce e di cosa tratta questa raccolta di racconti?
"Se invece…" è una raccolta di miei racconti , quasi tutti hanno vinto premi e molti erano già stati pubblicati su cartaceo, volevo cercare di raggiungere un pubblico diverso, che usa maggiormente la tecnologia e pur amando svisceratamente il libro di carta anche come oggetto, mi sono lanciata in questa nuova avventura.  Gli argomenti di cui tratto sono vari, prendo spunto dalla realtà, la studio e la immagino diversa, mi diverto a pensare quante volte il destino cambia le vite delle persone per un nulla (non per niente sono una fan sfegatata di Lost). Amo la parte oscura della mente umana, mi piace sondare l'animo e il cuore e scoprire se le cose che succedono hanno una lettura diversa da quella scontata che ci appare. Esempio: una donna attende il marito di ritorno da un viaggio di lavoro, l'aereo che aspettava  non arriverà mai è dato per disperso ma lei non si scompone. Perché? Oppure: se una persona famosa che noi tutti conosciamo non fosse morta in un drammatico incidente le sorti del mondo sarebbero potute cambiare? Queste ed altre domande con le relative risposte le troverete tutte nei miei racconti.

5. Sembri molto a tuo agio con i racconti brevi, pensi di continuare su questa strada o vorresti cimentarti con la scrittura di un romanzo? 
Il romanzo è il mio progetto, l'idea c'è, la devo fare decantare ancora per un po’. Ti anticipo che è una storia vera che mi è stata raccontata e che mi ha fatto venire i brividi. Intanto continuo con i racconti perché mi diverto a scriverli e perché vengo invitata a partecipare ai concorsi letterari. Sono consapevole del fatto che il racconto  nel resto del mondo ha un'altra valenza, sono più apprezzati che in Italia. Che peccato non sapere bene l'inglese.

6. Che strategie usi per promuoverti come autrice? Sei soddisfatta dei risultati?
Della strategia per il cartaceo ho già parlato prima, per l'ebook  ho usato nuovamente Facebook, ma non credo sia stato quello a far vendere il libro, le persone che conosco leggono libri di carta, quindi forse ha incuriosito il titolo, la copertina o il mio nome (Selina sembra quasi inventato, invece viene da un film tratto da un romanzo di grande successo: I peccati di Peyton Place), ma vorrei ringraziare uno ad uno  anche quelli che l'hanno acquistato, in Italia, in Germania e in Giappone. Direi che per il genere che io tratto  posso ritenermi soddisfatta.

7. Come sono i tuoi rapporti con i colleghi, con gli altri scrittori emergenti?
Direi ottimi, ho trovato molta solidarietà e cooperazione, mi piace questo nuovo mondo molto virtuale che sto frequentando. Ci sono tanti gruppi di scrittura dove ci si può confrontare e conoscere persone che hanno la stessa passione e tanti stili diversi.

8. Per finire, quali sono le tue aspettative come scrittrice?
Vorrei scrivere un libro talmente bello che faccia pensare a chi lo legge quello che mi chiedevo sempre io ogni volta che chiudevo un romanzo appassionante: "Ma come si fa a scrivere così, che meraviglia! vorrei conoscere l'autore per abbracciarlo".

Grazie per la chiacchierata, Selina. Ci puoi indicare un link dove trovare il tuo libro?

Grazie mille a te, Roberto. Il mio ebook si può scaricare qui:


venerdì 5 settembre 2014

Intervista a Nunzia Manzo

È la volta di incontrare Nunzia Manzo, autrice del romanzo “Il dottor Paul”.

1. Ciao Nunzia, benvenuta su Chiacchiere e distintivo. Ti vuoi presentare ai lettori di questo blog?
Grazie!
Nasco il 27 gennaio del 1961 a Napoli.Sono un acquario con ascendente bilancia, il che mi dona alcune caratteristiche che rendono il mio approccio alla vita complesso ma non complicato. Ho l’attitudine a cogliere la profondità delle cose, più o meno semplici che siano, ma cerco di farlo con la leggerezza affinché questo non mi renda grave la vita. Amo l’arte, la danza, il teatro, la buona cucina e gli amici veri, per i quali potrei andare in capo al mondo. Vivo la mia quotidianità con un figlio di 24 anni, da 24 anni, il che fa di me una coraggiosa martire!!
Ho studiato psicologia laureandomi con discreti voti,mi sono specializzata in mediazione familiare e in tecniche psicocorporee. Ho lavorato nei più svariati ambiti della mia professione: la scuola, la riabilitazione, la clinica, il tribunale,i servizi sociali. Preferisco lavorare nel pubblico piuttosto che nel privato e prediligo l’impegno nel sociale e nel campo della formazione poiché credo che cercare di insegnare ciò che impariamo sia fondamentale a dare un senso alla nostra vita.

2. Quando e come ti sei avvicinata alla scrittura?
Scrivo praticamente da che ero bambina. A scuola adoravo studiare l’Italiano e oggi lo insegno spesso in corsi di rafforzamento della lingua  e laboratori di scrittura creativa. Ho sempre scritto poesie, racconti, aforismi. Scrivere è come dialogare con me stessa in maniera strutturata ma senza la censura razionale. Ed è un modo per parlare di me al mondo. A quella parte di mondo che mi vuole ascoltare.

3. Hai pubblicato il tuo romanzo d’esordio con una casa editrice, come ci sei entrata in contatto e come giudichi il tuo rapporto con questo editore?
In realtà sono abbastanza sprovveduta al riguardo e ho scelto la casa editrice selezionandone alcune trovate in rete e cercando di conciliare gli aspetti vantaggiosi con quelli istintivi. Non sono molto contenta del rapporto con l’editore dal quale non mi sento supportata né promossa a sufficienza. Ma devo anche ammettere che il mio stesso impegno al riguardo è carente data la mia scarsa attitudine commerciale.

4. Con il protagonista de “Il dottor Paul” condividi studi e professione, anche lui è uno psicologo. Ci vuoi parlare del tuo romanzo?
Non è un romanzo autobiografico ma naturalmente il pennino attinge nell’inchiostro della mia vita. C’è un po’ di me in ciascun personaggio. Le mille vite che avrei voluto vivere e che forse ho vissuto. Diciamo che non c’è nulla di completamente vero né di totalmente falso, ma una manipolazione letteraria di eventi e personaggi finalizzata alla costruzione di un senso ben preciso che è quello della vita. E’ una storia semplice che esalta l’amore non esattamente come concetto romantico ma come senso di benevola accoglienza della vita e di tutto quanto essa ci riserva, persone e avvenimenti, nel bene e nel male. Racconta di amicizie, di infanzie, di matrimoni, di passioni,di perdite,in una maniera credo abbastanza avvincente; ed è caratterizzato da una sorta di voce fuori campo che trae delle riflessioni dagli accadimenti, offrendole al lettore con un linguaggio semplice e comprensibile.
L’intento del mio lavoro è comunque educativo, formativo rispetto ad alcuni temi psicologici con i quali abbiamo a che fare ogni giorno. Ma è privo di qualunque presunzione, ecco perché ogni concetto è presentato come un’idea, come uno spunto di riflessione,e mai come un’arrogante e saccente verità.

5. So che, oltre alla narrativa, scrivi anche poesia…
Si..la poesia mi appassiona..la adoro! E mi piace scrivere in una maniera ricercata, anche un po’ demodé. Le poesie mi nascono di getto. A volte mi sveglio al mattino con una poesia nella testa e devo subito metterla giù o me la perdo! Scrivere rappresenta comunque un’esperienza catartica, sempre, ma dallo scrivere in versi io traggo un sublime piacere.

6. Stai lavorando a qualche nuovo progetto letterario in questo momento? 
Sto lavorando ad un nuovo romanzo e sto preparando una raccolta di poesie che pubblicherò presto. Ho iniziato a lavorare anche come giornalista per una rivista on line  di educazione e psicologia. Un progetto che porto avanti da un po’ e che mi intriga molto riguarda una forma di collaborazione con artisti di vario genere per i quali scrivo recensioni e didascalie alle opere.

7. Come valuti l’impatto dei vari social network, blog ecc. sul mercato editoriale in Italia?
Credo che rappresenti un canale importante e persino privilegiato. Oggi si vive in rete più di quanto lo si faccia in strada, e buoni e seri social network e blog possono dare un serio contributo al mercato editoriale.


8. Sei soddisfatta del tuo esordio come scrittrice? Oppure, con l’esperienza maturata in questo periodo, c’è qualcosa che faresti in modo diverso?
Vorrei trovare un editore che mi pubblicasse perché vede in me un talento e decide di sostenerlo, non perché trova in me una delle tante occasionali opportunità di guadagno, peraltro nemmeno consistente. O magari mi affiderei ad un buon agente letterario, capace di promuovere e vendere il mio lavoro più di quanto sia capace di farlo io, che non ci vuole poi molto!

9. Sogni nel cassetto?
Più che sogni, nel cassetto ho tanti fogli! Il sogno è di vederli trasformati in libri da poter sfogliare, annusare, scarabocchiare,mangiare come si mangia il pane quando si ha fame. E’ un sogno un po’ materno: quello di continuare ad avere, sempre, l’opportunità di essere fonte di nutrimento.

Grazie per la chiacchierata, Nunzia. Ci puoi indicare dove possiamo trovare i tuoi libri?

In tutte le librerie ordinandolo e in rete su La Feltrinelli, Libreria Universitaria, Aletti Editore.

Il dottor Paul su amazon.it

Viaggio di Versi 78 su amazon.it

martedì 2 settembre 2014

L'angolo del distopico #5

Gorge Orwell - 1984

Il romanzo distopico per eccellenza.
Dopo un conflitto mondiale la terra è divisa in tre grandi superpotenze perennemente in lotta fra loro. I vari ministeri dell’Oceania (formata dalla Gran Bretagna, le americhe, l’Australia e gli stati meridionali dell’Africa) hanno sede a Londra. È qui che vive Winston Smith, un oscuro burocrate del Ministero della Verità (che si occupa di propaganda e revisionismo storico; molti termini del libro indicano l’esatto contrario di quello che rappresentano: Il Ministero della Pace presiede alla guerra, quello dell’Amore alla repressione e alla sicurezza ecc.). In realtà Winston mal sopporta la repressione ideologica del governo che, tramite la figura del Grande Fratello, capo supremo del Partito Unico, controlla la vita e il pensiero della popolazione. Il condizionamento della società è attuato con un massiccio bombardamento mediatico, tramite teleschermi dotati di telecamera, sempre accesi e onnipresenti. Qualsiasi forma di pensiero dissidente viene repressa dalla psicopolizia, mentre ogni nozione è privata della sua oggettività, costantemente rivista e modificata, secondo una logica di convenienza dal Partito Unico.
Nonostante il governo disincentivi le relazioni affettive, Winston si innamora di Julia, una giovane dissidente. Insieme decidono di aderire alla Confraternita, un’organizzazione clandestina che avversa il governo. Dopo essere finito nelle mani della psicopolizia, Winston affronterà la prigionia, le torture e un pesante condizionamento che lo farà tornare ad essere un membro integrato di questa società da incubo.
1984 è stato scritto subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, un epoca in cui l’equilibrio politico mondiale era ancora tutto da verificare. Il romanzo, nel corso del tempo, è stato interpretato in vari modi: chi ci ha visto un monito verso il totalitarismo di ogni colore, chi un manifesto propagandistico contro l’Unione Sovietica (non a caso le fattezze del Grande Fratello ricordano molto quelle di Stalin).
Il libro di Orwell ha avuto influenze pesanti sulla cultura popolare degli ultimi sessant’anni, ad esso si sono ispirati musicisti, scrittori, registi. Alcuni termini, come Grande Fratello, sono diventati  modi di dire di uso comune, vedi l’omonimo reality show.
Da 1984 è stato tratto un film, secondo me con risultati inferiori alle aspettative, mentre ritengo un capolavoro Brazil, che di questo romanzo riprende l’atmosfera generale, filtrata dall’ironia amara del regista Terry Gilliam

Recensione: Sette giri di donna di Concetta D'Orazio


Ci sono storie che non aspettano altro che di essere raccontate, devono solo trovare un tramite per uscire allo scoperto. Le donne di questo romanzo lo trovano in Ines, giovane ricercatrice universitaria; è attraverso il suo racconto che ci giungono le loro vite, così dissimili fra loro, ma accumunate dalla stessa condizione: essere donne in un mondo di uomini. Che poi, in questo libro, vengono soltanto evocati, rimangono sullo sfondo (gli uomini, intendo).
Ecco quindi che ci troviamo a parteggiare per Julia e Atte, padrona e ancella nell’antica Roma, a indignarci per la sorte di Iolanda, nei secoli bui del medioevo, a trepidare per Adele, Isabella e Dora, tre ragazze dei nostri giorni, apparentemente libere ed emancipate, ma…
Come al solito l’autrice sfoggia stile ricercato e padronanza della lingua. Consiglio questo libro, e non solo alle donne.


Recensione: Venus at the mirror di Michael Tangherlini


La vita di Lilian, una giovane insegnante di pianoforte, non sarebbe molto diversa da quella dei suoi coetanei, fra problemi di peso, amori, amicizie e incomprensioni, se non fosse per il fatto che lei è una “morfa”, appartiene a una generazione di ibridi umani con sembianze in parte animalesche. Fra mille difficoltà, dolori e cadute, la sua volontà e il suo amore per la musica le permetteranno di emergere e trovare il suo posto in un mondo che non ama quelli come lei.
Questo romanzo è una riuscita metafora sulla discriminazione e sull’intolleranza, scritto con stile fluido e accattivante, con molte chicche per gli appassionati di musica pop-rock (fra le altre cose ogni capitolo prende il nome da un brano famoso).
Tutto bene quindi? Purtroppo no.
Il libro avrebbe bisogno di un editing approfondito, non contiene molti refusi e praticamente nessun strafalcione vero e proprio, ma c’è un continuo e fastidioso (per me) passaggio dalla prima alla terza persona nella narrazione, spesso all’interno dello stesso periodo, e qualche frase troncata o da correggere, come se fosse iniziata una revisione mai terminata.
Peccato, perché una volta sistemate le questioni formali, sono sicuro che si apprezzerebbe meglio il contenuto.