mercoledì 18 luglio 2018

Recensione: Spazz-Never: Double Trouble (SN Vol. 2) di Nathan K. Raven


Non è facile parlare di Spazz-Never: Double Trouble, non lo è per niente cercare di spiegare cos’è questo romanzo a chi non l’ha letto, forse neanche a chi ha letto il precedente capitolo dedicato all’eroe della Calìfoggia (qui la mia recensione). Non è semplice perché descrivendone trama e stile come se fosse un qualsiasi altro libro c’è il rischio di sminuirlo, di farne risaltare la componente ludica superficiale a scapito di una più profonda, un sottotesto che emerge piano piano, pagina dopo pagina, quasi come se l’autore avesse voluto abilmente celarlo sotto un cumulo di cazz… divertissement, sempre in bilico fra la grezza battutaccia e la raffinata facezia lessicale. 
Sarebbe sbagliato relegare questo libro nella categoria umorismo, in realtà è un romanzo d’avventura, poco importa se i protagonisti sono gli scarti dell’universo supereroistico, i corrispettivi sfigati dei cinecomic del terzo millennio, la trama è densa di azione, di pathos, con un occhio di riguardo all’elegia dei buoni sentimenti, dell’amicizia, del gioco di squadra, dell’accettazione del diverso. Sicuramente la narrazione di Nathan K. Raven vive di contrasti, certo si sorride, talvolta a denti stretti, scoprendo i rimandi alla nostra schizofrenica contemporaneità, si ride per i nonsense buttati a palate come se non ci fosse un domani, si riflette per una considerazione esistenziale messa lì, quasi a casaccio (e non per caso) fra uno sberleffo e l’altro.
In Double Troble tutto è metafora, simbolo, dalle arti marziali al football, dalla lavatrice all’apecar, dagli alieni alla maschera di Driven Girl, specchi deformati di una società bizzarra e caotica, la nostra, quella di tutti i giorni.
Nonostante queste premesse un breve accenno alla trama è comunque doveroso.
La prima parte del libro è un percorso di formazione del nostro improbabile eroe, una crescita che ne rivela sfaccettature sconosciute al “vecchio” spalatore di neve, lo rende un personaggio più completo, più maturo, pur lasciandone inalterato lo stile di vita basato sull’improvvisazione, l’arroganza e il tifo per gli Schiappers. Proprio il risultato di una partita di football che va contro ogni pronostico scatena conseguenze catastrofiche per tutta l’umanità che trovano sviluppo nella seconda parte, dove  Spazz-Never concede gran parte della scena ai comprimari, personaggi improbabili, assurdi, demenziali ma più umani di molta gente che si incontra quotidianamente su facciachiapp… ehm, facebook.
Il finale conclude questa storia ma, probabilmente, non le avventure del califoggiano più temuto dalle stalattiti.
Molti ameranno questo romanzo, alcuni lo odieranno, ma nessuno lo userà come zeppa per un tavolo traballante (anche perché è un ebook…), io consiglio di leggerlo e di entrare nel mondo geniale e un po’ folle (perché no?) di Nathan K. Raven.


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