mercoledì 26 novembre 2014

Recensione: Flor de vidrio di Claudia Calisti


La storia d’amore fra Ludmila e Dino inizia con un colpo di fulmine, ma per lei ben presto si trasforma in un incubo, il suo principe azzurro è un brutto ranocchio. Questo non è un romanzo rosa, non è fiction, è la cronaca lucida e, per quanto possibile, distaccata del male che un uomo può infliggere a una donna sfruttando le sue debolezze e i suoi sentimenti. Leggendo le storie di stalking estremo come questa, viene da chiedersi perché una donna permetta a un uomo evidentemente arido, profittatore, violento e incapace di amare di farsi umiliare, sfruttare e talvolta brutalizzare in quel modo. È fin troppo facile giudicare dall’esterno, comodamente adagiati nella nostra “normalità”, dare consigli e giudizi lapidari, bisogna calarsi nei panni degli altri, uscire dai nostri consolidati schemi mentali per capire le ragioni di chi vive sulla propria pelle queste vicende. Claudia Calisti, con la sua prosa efficace, talvolta divertente e senza mai indulgere nel vittimismo, ci offre il suo punto di vista, fornendoci una chiave di lettura con le riflessioni di Ludmila, una donna come tante, forte e debole allo stesso tempo, appassionata della vita e mai doma, né di fronte ai soprusi né alla malattia. Leggetelo.

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