mercoledì 6 agosto 2014

Intervista a Chiara Pesenti

Quattro chiacchiere con Chiara Pesenti, autrice del blog “Il mondo di Cheddonna”.

1. Ciao Chiara, benvenuta nel mio blog. Vuoi raccontare qualcosa di te ai miei lettori?
Ciao, Roberto. Certamente! Vediamo: quarant'anni (circa!), un marito, un figlio, un figlio, un figlio, un figlio...quattro IlPrincipe sparsi tra l'adolescenza e l'infanzia inoltrata. Nel tempo libero lavoro come impiegata, mentre in passato sono stata insegnante di sostegno alle medie. Nel tempo libero del tempo libero leggo e scrivo. A volte, lo ammetto, dormo.

2. Come hai scoperto la scrittrice che c’è in te?
Fin da piccola adoravo leggere e scrivevo racconti, poi, da buona adolescente, poesie e diari pieni di pathos. Per lungo tempo non ho scritto più nulla. Per scrivere ci vuole tempo, ma anche il giusto spazio mentale. Dal 2009 ho ripreso a scrivere per un giornalino locale e da allora non ho più smesso. Sentivo di avere molte cose da raccontare, e ho scelto un registro nuovo, quello dell'ironia; ho cominciato a scrivere le avventure di Cheddonna e, nel 2012 ,è nato il blog.

3. Di solito un autore esordiente cerca un contatto con una casa editrice, oppure si affida a una delle varie piattaforme di self publishing. Tu, invece, hai deciso di pubblicare i tuoi racconti in un blog, che prende il nome dalla tua protagonista, Cheddonna. Cosa ti ha spinto a questa scelta?
In realtà qualche timido approccio con case editrici l'ho avuto, anche se mi sono limitata a contattarne due o tre, per il momento. Non mi piace l'idea di auto-pubblicarmi, perché, un po' fatalisticamente, ho sempre pensato che se una casa editrice vorrà correre il rischio di pubblicare ciò che scrivo, sarà perché ritiene che ne valga la pena, altrimenti continuerò a scrivere per me stessa e per il pubblico che, piano piano, ha cominciato a seguire il blog.

4. Già solamente leggendo i nomi dei tuoi personaggi (Cheddonna, Miomarito, Pittibimbo, Lastregadisopra, Losplendido ecc.) si capisce che i tuoi racconti hanno un taglio ironico, quanto c’è della tua vita in quello che scrivi?
I protagonisti dei miei racconti, così come le avventure, spesso grottesche, che vivono, sono tutti ispirati alla realtà. Ogni personaggio, da Cheddonna, a Miomarito, a Lastregadisopra, è un insieme di persone diverse, ma anche il risultato di un'evoluzione naturale. Inizialmente sono nati come dei “tipi” ma, col tempo, da macchiette stereotipate si sono trasformati in figure sempre più complesse, più umane. Man mano che le loro storie si dipanano tra i vari post acquistano spessore anche i personaggi. Un po' come facciamo noi, anche loro sono cresciuti, evolvendo, e continuano a farlo, di post in post, come nella vita. Cheddonna, per esempio, doveva essere  una sorta di desperate housewife di provincia, ma io stessa non so ancora tante cose di lei, pensa che non so neppure se lavora o fa davvero la casalinga! Adesso il suo è un personaggio con diverse sfaccettature, nel quale è facile identificarsi. Come dico spesso “C'è un po' di Cheddonna in ognuno di noi” 

5. Hai altri progetti su cui stai lavorando?
Mi piacerebbe scrivere un romanzo vero e proprio, lasciando per un po' da parte il registro dell'ironia e scrivendo qualcosa di più impegnativo. Per ora ho scritto  alcuni racconti sul tema della diversità, della vecchiaia e del disagio.

6. Come giudichi le nuove possibilità offerte dai social media e dalle rete in generale, per chi si dedica alla scrittura?
La rete è un mezzo potentissimo. Io, da blogger, ne sperimento quotidianamente le potenzialità.  E' come un enorme mare, che consente di far arrivare ciò che si scrive potenzialmente a tutto il mondo, ma è anche un'arma a doppio taglio, perché, come nel mare, vi si trova di tutto, anche la spazzatura letteraria, e il rischio è che gli utenti si stanchino di pescare.

7. Sogni nel cassetto?
Un aforisma, attribuito fra gli altri a Garcia Lorca, dice che  nella vita, bisognerebbe fare tre cose: avere un figlio, piantare un albero e scrivere un libro. Le prime due voci le ho già spuntate dalla lista...





Grazie della chiacchierata, Chiara. Prima di salutarci vuoi indicarci il link del tuo blog?

Grazie a te, e a chi ha letto questa intervista! 
Ecco il link del blog
e su Facebook ci sono anche il gruppo “Il mondo di Cheddonna” e la pagina “Cheddonna”.
Vi aspetto!

1 commento:

  1. Che cos'era che non avevi capito bene del punto due dell'aforisma? Lo hai ripetuto quattro volte! E' evidente che i bimbi ti riescono bene ;). Il quinto figlio sarà un libro e i presupposti per un ottimo lavoro ci sono tutti. Ad maiora.

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