venerdì 15 marzo 2019

Recensione: La Follia del Mondo (Trilogia delle Erbacce Vol. 3) di Marco Freccero


Con il terzo capitolo Marco Freccero conclude questa trilogia delle erbacce: La follia del mondo, titolo emblematico e quasi proverbiale.
I temi e i protagonisti sono grosso modo gli stessi dei precedenti volumi: lavori opprimenti e precarietà, famiglie che si sfaldano o che tirano avanti fra mille compromessi, ex-benestanti che affrontano più o meno dignitosamente la ridiscesa della scala sociale, emarginati e integrati, vecchi, bambini, gente comune.
L’opera, nel suo complesso e se non ho sbagliato i conti, è composta da 39 racconti autoconclusivi, una galleria di storie, di vicende che agiscono nello stesso universo narrativo: un’unica, impietosa perché realistica, fotografia dei nostri tempi. 
Non voglio dire che i personaggi, le erbacce, siano presi pari pari dalla realtà ed esposti a comporre un catalogo esaustivo di come va il mondo, tutt’altro. Ma leggo nelle intenzioni dell’autore la necessità di mostrarci un lato importante del vivere che, invece, a uno sguardo superficiale, potrebbe sembrare marginale, distante. È così che in queste righe si ritrovano aspetti e comportamenti che talvolta possono essere anche disturbanti, ma che appartengono, a chi più, chi meno, a ognuno di noi, pure a chi non lo vuole ammettere.
Veniamo allo stile: una cosa è osservare la vita, un’altra è narrarla.
Marco ha fatto un “credo” dello “show, don’t tell”, ha scelto di farsi fa parte, di non mostrarsi nei suoi racconti, rigorosamente di lasciare al lettore libertà di giudizio e di coinvolgimento; non troverete enfasi, morale o lezione in queste pagine, è così che stanno le cose e così vanno raccontate. Caso mai l’etica è nella scelta di fondo, nel dare voce a chi di solito non ce l’ha, non è accattivante e alla moda, non ci fa da modello ma piuttosto da specchio, nel quale, per quanto piccolo, per quanto distorto, troviamo un riflesso di noi stessi.
Leggete questi racconti che, sono convinto, non vi lasceranno indifferenti.


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