venerdì 4 agosto 2017

Recensione: Oltre il nulla di Massimo Ginestri


Jackson è stanco di essere un “piccolo eroe delle occasioni perse”, vuole uscire di scena e vuole farlo alla grande. Nel viaggio a ritroso fra i ricordi e le macerie del suo passato, scandito dalla minuziosa e ossessiva descrizione dei gesti comuni, al punto che anche una sosta per fare rifornimento alla sua auto (non dice mai di che modello si tratta, ma per me è una Mustang del ’67…) diventa un elemento cruciale e simbolico, il nostro affronta tanti “crossroad”, ma si sa, se vuoi fare un patto col diavolo ti devi aspettare che ci sia puzza di zolfo: It’s a long way to the top (if you wanna rock’n’roll). Immersi nel flusso di pensieri che attraversa tutto il romanzo ognuno di noi diventa Jackson, perché la vita ti può togliete tante cose, ma non i sogni.
Ho trovato necessario far ricorso alle citazioni musicali parlando di questo libro, oltre alla playlist compilata dall’autore (che sarebbe la soundtrack del viaggio perfetto), c’è tanta musicalità nella scrittura di Massimo Ginestri. Mentre si legge Oltre il nulla sembra quasi di sentire una vecchia stratocaster che suona le canoniche dodici battute, e non a caso, secondo me questo è un romanzo blues, accompagnato dalla voce graffiante di Tom Waits e i guizzi dell’armonica di R.L. Burnside; poi, nel finale, la band si concede un po’ di hard-rock, pura adrenalina, prima che il solista torni sul palco per il bis. Bello, da leggere.

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