martedì 21 febbraio 2017

Recensione: Operazione Fenice: la più grande cospirazione nazista di Marco Bonafede


Berlino, aprile 1945; nel bunker dove Adolf Hitler e i suoi più fedeli accoliti sono rifugiati, con l’armata russa che sta conquistando la capitale del Reich, ha inizio l’Operazione Fenice, sotto la supervisione del medico personale del fuhrer, Werner Haase.
Il romanzo, scritto sotto forma di indagine giornalistica, prende spunto da un dossier che sarebbe stato consegnato all’autore da un misterioso personaggio all’Havana, durante la visita del presidente Obama a Cuba.
Del reportage c’è il rigore storico, suffragato dalle numerose testimonianze dell’epoca, sia di nazisti che di russi o americani; Marco Bonafede fa un’accurata (e plausibile) ricostruzione dei fatti che avrebbero permesso a Hitler di lasciare un discendente e infiltrarlo negli Stati Uniti, fornendogli i mezzi per tentare la scalata alla Casa Bianca.
Un libro intelligente, ben scritto, frutto di minuziose ricerche, che fa riflettere e pone un’inquietante domanda: e se la storia non fosse quella che noi conosciamo?
Lascio al lettore il dubbio con la nota finale dell’autore: “Se considerate questo romanzo un'inchiesta giornalistica, allora ogni riferimento a persone realmente esistite ed esistenti è puramente casuale.
Se lo considerate una satira allora deve fare per forza riferimento anche a personaggi esistiti ed esistenti perché non si può fare satira su nulla.”


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