Uno spettro si aggira per amazon, è lo spettro del
self-publisher. Tutte le potenze della vecchia editoria si sono coalizzate in
una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: Le Case Editrici e le Agenzie,
i lettori di best-seller e i colleghi scrittori… Ma il nemico più subdolo di
questo spettro, quello più agguerrito e al quale amazon stessa ha offerto le
armi più affilate è lui: il (re)censore.
Appena uno scrittore self si affaccia nell’empireo della
top 100 il (re)censore fiuta la preda, si avventa come un falco sull’ignaro
ebook e lo ferisce a morte con recensioni a una stella. Il (re)censore è un
rapace notturno, agisce coperto dall’oscurità e dall’anonimato che amazon
consente a chiunque, colpisce e si dilegua. Si moltiplica in innumerevoli
entità chiamate “nickname”, che agiscono una volta sola e con metodo ad
personam infieriscono sul povero scribacchino, reo di aver plagiato le menti di
qualche centinaio di ignari lettori innocenti. Il (re)censore non ha bisogno di
esprimere motivazioni valide per la sua stroncatura, gli basta superare le 20
canoniche parole che il colosso di Seattle impone.
Seguono esempi:
“Non sono
riuscito a finirlo. Non compratelo, non sa scrivere. Preferirei una visita dal
dentista piuttosto che leggere un'altra pagina di questo libro.”;
“Questo è il
terzo libro che leggo di X, i primi due non mi sono piaciuti e li ho
abbandonati a metà, ma questo è anche peggio.”;
“Senza capo ne coda, ho smesso
di leggerlo dopo 10 pagine. Ma forse sono io che ho sbagliato genere. Comunque
non lo consiglio.”;
“Un libro noioso e inutile, non sono riuscito a finirlo, 99
centesimi buttati. Per forza è un ebook, nessuno lo stamperebbe.”;
“Totalmente
inverosimile e illeggibile, sembra scritto da una bambina di 10 anni, evitatelo
se vi piacciono i libri belli e ben scritti.”
Potrei andare avanti, queste sono le recensioni tipiche
del (re)censore, ovviamente depurate dai frequenti errori grammaticali e
ortografici, vero marchio di fabbrica del soggetto. Come potete notare non si
accenna mai alla trama né allo stile dello scrittore, se non con termini
assolutamente denigratori, non c’è critica ma invettiva, non c’è analisi ma
scherno. Un’altra caratteristica ricorrente del (re)censore è il non riuscire mai
a finire i libri che recensisce, sarà troppo impegnato a stroncarli per poterli
leggere?
Ogni riferimento a persone e fatti reali è puramente
casuale. Nessun scrittore è stato maltrattato nella stesura di questo
articolo.
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