Esce il 13 aprile su amazon in nuovo romanzo di M.S.
COSA RIMANE DI NOI
Un ex poliziotto. Due vite da ricostruire.
Un bambino da trovare. L’inferno da distruggere.
GENERE: Narrativa Contemporanea, Giallo
AUTORE: M.S.
PREZZO: 1,99 euro
EDITORE: Self publishing
SINOSSI
Esiste l’inferno o è solo la realtà che viene creata dalle
nostre paure?
Luca è un uomo distrutto che ha lasciato la Polizia dopo una
tragedia che ha colpito la sua famiglia.
Nicole, sua moglie, non esce più di casa, rinchiusa nel suo
mondo.
Entrambi verso l’autodistruzione, non riescono nemmeno a
guardasi in faccia.
Un uomo misterioso propone a Luca di riavere la sua vita,
lui può aiutarlo. Ma a una condizione: “Devi ritrovare mio figlio”.
Per l’ex poliziotto inizia una vera discesa agli inferi: dovrà
riprendere clandestinamente la sua attività di investigatore. Affrontare un mondo fatto di
bambini scomparsi, persone marce, corrotte, spregevoli. Alla ricerca di quello che anche lui ha perso.
Unico obiettivo: poter rimettere insieme i pezzi di quelle
vite distrutte.
L’AUTORE
Giornalista professionista, scrive da sempre. Diplomato in
sceneggiatura alla Civica scuola del cinema di Milano, coltiva una forte passione per tutto
quello che è narrazione, soprattutto per libri, film e serie tv.
Nel 2014 ho pubblicato il romanzo ebook “Il tempo che ci
serve”, rimasto in classifica Amazon Kindle per più di 100 giorni, con oltre 6mila copie vendute.
La storia di “Cosa rimane di noi” è basata sul racconto
“Nemmeno le lacrime”, finalista al Premio Salinas Storie per il Cinema 2013.
CAPITOLO 1 - OGGI
Non le era servito andare a letto con lui, dargli piacere,
prendersi i pugni sulla schiena durante il suo orgasmo, con la faccia schiacciata sul cuscino.
Sarebbero sicuramente usciti i lividi. Le spinte di quell’uomo le avevano fatto male, come non le accadeva da
molto tempo, da quando era stata istruita al mestiere di puttana di strada.
Irina sperava di non morire così, aveva immaginato un’altra
vita possibile, con il Santo, perché una seconda possibilità esiste per tutti. Ma era solo una
cazzata inventata dai buonisti. Le differenze ci sono, non siamo tutti uguali. La seconda possibilità è
solo un’illusione per non farla finita prima, una sorta di religione in cui credere per tirare a campare.
Aveva appena messo giù il telefono. Il suo uomo, quello che
credeva fosse la sua seconda possibilità, stava arrivando per aiutarla. Ma sapeva che non
avrebbe mai fatto in tempo.
Adesso era nuda, in piedi sulla porta del bagno. Sentiva
crescere i lividi sulla schiena.
Quest’altro uomo, adesso, stava pisciando e lei era stata
costretta a stare in bagno a guardarlo.
Non le faceva schifo. Pregava solo che finisse tutto il
prima possibile.
Non parlava. Quando aveva smesso di prenderla a pugni, si
era tolto da dentro di lei senza nemmeno dirle grazie. L’aveva spinta via. Lei si era
rialzata subito, l’orgoglio di non farsi vedere aggrovigliata sul letto. C’era abituata alla violenza, ne
aveva subita molta. Questa volta, però, temeva davvero di non rivedere l’alba.
L’uomo la trascinò in salotto. Non disse una parola.
La scopata non era servita. Anche se era stata brava.
Marco stava per arrivare. Pensò che lui era uno dei pochi che
conoscesse il suo vero nome, Irina: per tutto il resto del mondo lei era Katia, il nome assunto
da prostituta anni prima. Voleva continuare a essere chiamata Irina, come facevano i suoi
genitori. Voleva sperare, pensare di avere un futuro.
Ora doveva tergiversare in qualche maniera. Ma sapeva anche
che l’uomo di fronte a lei non gliel’avrebbe lasciato fare. Aveva ordini precisi. Forse,
tra questi ordini, non c’era quello di divertirsi. L’uomo quando viene lasciato senza regole, senza
punizioni, libero di decidere, si trasforma in un essere che non ha paura di nulla, che non ha
rispetto di niente. Peggio di un animale, un diavolo che non teme le conseguenze.
L’uomo si avvicinò. Katia sperò che lui avesse bisogno di
sfogarsi ancora. Con lei, nuda e sensuale lì di fronte.
Lei lo accarezzò in mezzo alle gambe. Lui la lasciò fare.
Lei fece un sorriso malizioso. Doveva guadagnare tempo. Forse ce l’avrebbe fatta.
Si induriva.
L’uomo le accarezzò il viso con entrambe le mani.
Lei iniziò a giocare con le dita, a muovere delicatamente, a
stringere e muovere.
Le mani di lui scesero sul collo nudo di lei. Avvicinò la
sua bocca al suo sesso indurito. A giocare con le labbra.
Lei eseguì ancora, sperando di guadagnare tempo. Ancora.
La mani di lui iniziarono a stringerle il collo.
Irina sentì che era finita.
Una stretta sempre più forte. Lei smise di usare le labbra,
sperando che lui si staccasse. Ma lo sentì soddisfarsi un’altra volta, la bocca ancora bagnata
del suo seme. Lui che stringeva sempre più forte. Ogni spasmo faceva aumentare la stretta intorno alla
gola.
Marco non era arrivato.
Lei si era umiliata. Per amore.
La sua seconda possibilità.
Un’illusione.