mercoledì 30 luglio 2014

Il nostro esperimento di scrittura a più mani

Questo articolo esce contemporaneamente su quattro blog: Queste pagine, Ant Sacco, Chiacchiere e distintivo e Pagine sporche.


Siamo quattro autori indie di ebook e abbiamo pensato di intraprendere un esperimento: dare voce ad alcuni dei nostri personaggi e farli incontrare in un territorio immaginario, più immaginario di quello per cui sono nati, ovvero le nostre storie.
Abbiamo fatto incontrare i nostri personaggi in un parco virtuale, senza averli avvisati prima.
Una bella sorpresa, ma ci sembra che stiano reagendo bene, almeno alcuni…
Si sono trovati lì, ora hanno bisogno di comprendere in quale strana situazione siano capitati.

I personaggi naturalmente li abbiamo scelti fra quelli dei nostri ebook:
Iolanda è la donna vissuta in epoca medievale di "Sette giri di donna",  di Concetta D’Orazio;
Martin è lo scrittore protagonista di "Il prossimo best seller: quasi un giallo", di Antonella Sacco;
Il Professore viene dal saggio sui generis "La conferenza mediatica del Professor Leonard Knowall", di Roberto Bonfanti;
Antonio è il personaggio principale del “Papa Nuovo” uno dei racconti contenuti in "Madre Terra", di Mario Pacchiarotti.

La povera Iolanda è la più confusa, arriva da un’epoca molto lontana, ed è quella che pare avere più problemi di tutti, in senso pratico: oltre a non comprendere bene le espressioni dei suoi compagni, è costretta a sopportare un peso fisico reale: ha le caviglie e i polsi stretti da pesanti catene che, pur permettendole di muoversi, la costringono a compiere passi lenti e faticosi.
Gli altri personaggi notano la diversità e lo stato di prostrazione di questa ragazza. Vorrebbero fare qualcosa per lei. Antonio ha con sé una tronchese e riesce a liberarla da quel gravame. La giovane, tuttavia, si sente ancora oppressa: ha l’anima incatenata. Qualcuno, in un’esistenza precedente, o comunque diversa, l’ha accusata di aver commesso gravi peccati. Iolanda, per quanti sforzi faccia, non riesce a comprendere quali possano essere le colpe di cui si è macchiata.
Martin, che in quanto scrittore dovrebbe e potrebbe essere il più adattabile di tutti perché ricco di fantasia e immaginazione sembra invece essere il più impaziente di tornare alla sua quotidianità. In realtà si capisce che  ha paura, anche se nemmeno lui sa bene di cosa. Del resto quasi sempre il sentimento della paura è legato a ciò che non si conosce, che non si sa. Affrontare un pericolo noto è relativamente semplice, in confronto a fronteggiare qualcosa che non si comprende.
Il professor Leonard Knowall è una sorta di maître à penser, un auto-proclamato guru e scrittore, un po’ narcisista e logorroico, dalla battuta pronta e, forse, quello più consapevole della propria natura di personaggio letterario. Si dimostra sin da subito piuttosto fatalista e non troppo a disagio nella situazione, da vero uomo di mondo quale pensa di essere. Non è uomo d’azione, ma piuttosto propenso a prendere le cose con filosofia.
Antonio è una persona semplice, ma al tempo stesso abituata a trovare sempre una soluzione a qualsiasi problema. Per questo rimane abbastanza silenzioso, rimuginando su quanto gli sta accadendo. Questa volta però è alquanto improbabile che possa trovare il bandolo della matassa. Vedremo come si comporterà quando si renderà conto di non essere in grado, almeno stavolta, di gestire razionalmente il corso degli avvenimenti.

I nostri personaggi, dunque, si ritrovano in una situazione insolita, in un tempo indeterminato, a risolvere strane situazioni. Non possono modificare questa nuova realtà né possono abbandonarla a loro piacimento.
La loro è una costrizione di scena e di trama.
Così ha inizio il nostro esperimento che consiste in una scrittura estemporanea a più mani, o meglio a più tastiere. Come ogni prova che si rispetti, non conosciamo gli esiti cui questo “gioco” porterà né sappiamo a priori come la situazione evolverà.
Ci immedesimiamo ancora una volta nei nostri personaggi per scoprire quali sarebbero le loro reazioni ed azioni su questo inatteso palcoscenico.
Chi è interessato agli sviluppi di questo esperimento letterario ci potrà seguire sui nostri rispettivi diari di facebook, dove pubblicheremo dei capitoli sotto forma di post e commenti, preceduti dal nome del personaggio.
Se i risultati ci piaceranno potremo anche scrivere qualche articolo sui nostri blog. Insomma non potrete fare a meno di rimanere coinvolti in questa assurda ma simpatica idea.

Concetta D’Orazio
Antonella Sacco
Roberto Bonfanti
Mario Pacchiarotti

sabato 26 luglio 2014

Recensione: Eroi imperfetti - Minaccia letale di Wally G. Fin


L’episodio più maturo, finora, della serie creata da Wally G. Fin. L’affascinante coppia italo-tailandese, Marco e Bia, questa volta sono in missione nei mari al largo della Birmania, fra arcipelaghi esotici e isole semisconosciute, dove uniscono l’utile al dilettevole e passano qualche giorno fra immersioni in acque da sogno e triangoli amorosi con Ashley, l’avvenente collega australiana. La prima parte del libro sembra il resoconto di un viaggio in un paradiso tropicale, ma è solo la preparazione al momento in cui dovranno affrontare una minaccia subdola e terribile, in un finale che definire adrenalinico è riduttivo. Come sempre curatissime e quasi maniacali le descrizioni degli armamenti e dei congegni tecnologici che i nostri eroi (imperfetti) usano con consumata abilità. Spero che ci saranno altre avventure per questi due agenti segreti, fra i più simpatici e sexy della letteratura spy-fi.

Eroi imperfetti - Minaccia letale su amazon.it

giovedì 17 luglio 2014

Intervista a Alberto Tristano

Questa volta facciamo quattro chiacchiere con Alberto Tristano, autore del romanzo “Il diario di Giovanni Ponte” e di numerosi racconti pubblicati in antologie.

1. Ciao Alberto, benvenuto sul mio blog. Per iniziare vuoi parlarci un po’ di te? 
Sono un primiparo attempato nel senso che il mio figlio letterario è stato partorito nel mezzo del cammin della mia vita, superati gli anta insomma. Ora sono un cinquantenne, serio nel lavoro finanziario che svolgo (la finanza creativa porta guai), ma ludico in tutte le altre attività. Scrivere è per me vivere un grande amore. 

2. Come nasce la tua passione per la scrittura? E quali sono i tuoi scrittori preferiti, magari qualcuno a cui ti sei ispirato.
Mia madre era una donna estremamente creativa e mio padre  era un cultore della forma espressiva. Ho ereditato qualcosa dai due e l’ho messa su carta. Non ho velleità di gran letterato  e perciò i miei  idoli sono abbastanza prosaici: da ragazzo sono stato folgorato dalla prosa scanzonata di  Frédéric Dard: il padre del commissario Sanantonio. L’autore francese è una mirabolante esplosione di calembour, di climax funambolici, di precarie piramidi lessicali. Più di una volta ho sentito il bisogno di raccogliere e incorniciare i suoi più creativi paragoni. Assolutamente geniale, leggerlo mi procurava un esilarante godimento.  Comunque il libro che ha segnato la mia discesa (senza freni) nella scrittura è stato Klito, il capolavoro di Giuseppe Carlotti. Ne consiglierei la lettura al liceo, altro che Melania Mazzucco!  Se mi chiedi (me lo chiedi?) qual è il mio punto di riferimento, qual è lo scrittore che sarei voluto essere, ti rispondo senza dubbi: Niccolò Ammaniti. Crea personaggi e storie verso i quali mi è impossibile non provare empatia. Tutte le volte che lo leggo mi sorprendo a pensare:  vorrei averla scritta io questa storia.

3. Nel tuo libro, Il diario di Giovanni Ponte, hai scelto la cifra dell’ironia per raccontare il complicato rapporto di un single quarantenne con le donne, quanto c’è di autobiografico?
Mi piace vivere la vita in maniera allegra. Non mi prendo mai sul serio e non sopporto chi lo fa. L’autoironia è la dote che amo e che apprezzo di più nel prossimo. Giovanni Ponte sono io. Le storie che vive, invece, sono un patchwork di episodi capitati ai miei conoscenti o a me in prima persona filtrati da una lente grottesca e tragicomica. E comunque sfido le tue lettrici a non ritrovarsi in almeno uno dei miei personaggi femminili.  

4. Stai lavorando a qualche nuovo progetto in questo momento?
Dopo aver scritto Il Diario di Giovanni Ponte, ho frequentato tre scuole di scrittura. La prima mi ha dato una visione filosofica e psicologica dello scrivere. La seconda è stata molto utile perché estremamente tecnica, e la terza  si è tenuta alla corte di una scrittrice di successo e quindi interessantissima  sotto il profilo reale del lavoro. Da circa un lustro, annualmente, partecipo a una stimolante iniziativa:  un torneo per penne affilate chiamato ping pong letterario. Si scrive un romanzo breve in coppia con un partner sconosciuto e con il quale non si può parlare per tutto il torneo. Al momento, ho in odore di pubblicazione  due “piccoli miracoli” partoriti in questo contesto con partner diversi ma egualmente empatici : “Profumo A(r)mato” e “Per ogni mia rosa”. Quest’ultimo, un pulp sul tema del femminicidio, ha vinto il premio della critica al IV Torneo: un riconoscimento che ha dato un significato alla mia passione. Ho  infine fatto stampare, ma senza pubblicarla, una raccolta di racconti nerissimi (Un Rewash) diametralmente opposti  al genere di Giovanni Ponte. Scriverli  è stato faticoso e doloroso e quindi deciderò in seguito se proporli alla platea dei lettori.

5. Il self publishing per te è una scelta o un ripiego? E cosa ne pensi della situazione dell’editoria in Italia?
Il self publishing è senza dubbio un’immensa opportunità. In un contesto dove la grande editoria non investe in esordienti, o ti fai sorprendere a letto con la Merkel e quindi strappi passaggi tv e contratti per scrivere “memoir” oppure ti autopubblichi, curando moltissimo il tuo libro, senza fretta e faciloneria. La versione cartacea di Giovanni Ponte uscita nel 2008 per Boopen editore, print on demand non più attivo, peccava di editing. Nella riedizione ebook del 2013 con Narcissus.me  la cura dei particolari da parte mia è stata maniacale. Il prodotto naturalmente ne ha tratto grande giovamento.  

6. Che mezzi usi per promuovere le tue opere? Pensi che i social network siano d’aiuto per un autore indipendente?
In primis decido di applicare un prezzo stracciato. (Il diario di Giovanni Ponte in versione ebook è nei cataloghi di oltre 50 librerie on line al prezzo di  99 centesimi). Scrivo per piacere e per i riconoscimenti dei lettori e il lucro è l’ultimo dei miei desideri. Anche perché, come quasi tutti gli esordienti sanno o scoprono, pubblicare in proprio tramite POD o con EAP (editori a pagamento) non rende quasi mai. I social network sono di grande aiuto nella promozione come tutto il web. Se non esistesse internet, il print on demand o facebook, se non ci fossero blog come il tuo che informano, intrattengono e divulgano,  cinquecento persone non avrebbero riso alle spalle del povero Giovanni Ponte. PS: ho anche millantato di offrire una serata in mia compagnia alle prime cinquanta donne che “scaricavano” Giovanni Ponte, ma l’iniziativa non ha riscosso successo (perché mai?)

7. Quali sono le tue aspettative come scrittore?
Continuare a divertirmi nel trasporre su carta le mie storie. Sorprendere me stesso nel partorire qualcosa che mi piaccia davvero. Far trovare la donna della sua vita al povero Giovanni in un potenziale sequel. 

Grazie per la chiacchierata. Ci puoi indicare qualche link dove trovare i tuoi libri?

Con piacere: 




sabato 12 luglio 2014

Scrivere con due dita o con due mani?


Per scrivere al pc io uso entrambe le mani, magari non con bella tecnica dattilografica, magari non uso tutte e dieci le dita, però le alterno, qualcuna la uso di più qualche altra di meno. Mi veniva da riflettere che certi errori di battitura derivano dalla maggiore abilità di una mano rispetto all’altra. Faccio un esempio: io sono destro, un errore di battitura che mi capita di fare spesso è scrivere dle al posto di del, penso che questo succeda perché mentre con le dita della sinistra passo dalla d alla e con l’altra mano (più veloce) ho già battuto la l. Di casi come questo ce ne sarebbero altri da analizzare.
Può essere che dalla non perfetta coordinazione fra le due mani dipendano alcuni refusi nella scrittura?
E voi, cosa ne pensate? Come scrivete, con due dita o con dieci?



lunedì 7 luglio 2014

Novità in ebook: La libertà e l'amore di Manuel Sgarella

Dal 10 luglio su amazon


Da oggi, 10 luglio, è online l'ebook‬ del terzo e ultimo atto della trilogia Se amar non puoi, da titolo La libertà e l'amore. La travagliata e contrastata storia d'amore tra Giuditta e Vincenzo arriva al culmine, mentre intorno a loro le rivoluzioni e i cambiamenti si fanno sempre più pressanti...

ecco i link dove acquistare i tre atti:

Se amar non puoi: Atto primo, la ragione

Tra amore e pregiudizio: Se amar non puoi #2

La libertà e l'amore: Se amar non puoi #3

venerdì 4 luglio 2014

L'odore della carta


Amazon annuncia il prossimo Kindle™: rimangono invariate le caratteristiche di lettura del noto e-reader del colosso di Seattle, ma la vera novità sarà la capacità di emettere profumo, emulando così il caratteristico "odore della carta", tanto caro ai lettori più tradizionalisti. Sarà dotato di un apposito slot dove inserire delle micro-capsule di profumo, da scegliere fra diverse fragranze, a seconda dei gusti, che verranno rilasciate dal lettore durante l'utilizzo. Quelli annunciati come disponibili al momento del lancio sono: Romanzo d'appendice per i nostalgici, Terre selvagge per gli amanti del fantasy, Scent of a man, dedicato alle lettrici di romanzi rosa e Paura e sospetto per i gialli. Una gamma che sarà sicuramente destinata ad ampliarsi.