mercoledì 30 dicembre 2015

Novità in libreria: Anna e lui di Selina De Vivo

È uscito da poco il nuovo romanzo di Selina De Vivo

TITOLO: Anna e lui
AUTORE: Selina De Vivo
GENERE: Narrativa contemporanea
EDITORE: Maglio Editore (collana I Narratori)

Link dell'editore

In un caldo pomeriggio di luglio del 1985, Anna incontra alla stazione ferroviaria di Bologna uno strano individuo, mai conosciuto prima. Ne rimane talmente affascinata, o per meglio dire "folgorata", al punto da seguirlo senza indecisioni. Lui è un uomo particolare, inquietante e seduttore al tempo stesso e non è quello che può sembrare all'apparenza. Il loro incontro durerà solo un giorno e lei, nonostante la forte attrazione per l'uomo, sarà costretta a fuggirgli via senza voltarsi indietro. Dopo trent'anni un'amica di Anna, Sandy, che ha deciso di dedicarsi alla scrittura, vuole raccontare quell'episodio, di cui conosce solo le poche cose che le ha raccontato Anna. Sandy si immergerà in quella vicenda, rimanendone invischiata, suo malgrado, non rendendosi conto pienamente delle conseguenze e di ciò che potrà capitarle. La sua vita rischierà di essere stravolta da quello che scoprirà.

Aforismi #35


lunedì 28 dicembre 2015

Intervista a Dominique Valton

Questa volta facciamo quattro chiacchiere con Dominique Valton, autrice dei romanzi “Le apparenze manipolate”, “Il quaderno di Didine” e “La canzone di Didine”.

1. Ciao Dominique, benvenuta sul mio blog. Per iniziare vuoi parlarci un po’ di te?
Sono una donna eccezionale, una grandissima scrittrice e una splendida creatura… Dai, Roberto, non scherziamo! Sono una signora che ama scrivere senza avere la pretesa di definirsi una “scrittrice”. Amo anche molto leggere e giocare a Bridge. Da qualche mese sono tornata ad abitare nel mio paese d'origine, la Francia, ma continuo a leggere e a scrivere in italiano.

2. Come nasce la tua passione per la letteratura? Ci sono dei libri o degli autori che ti hanno ispirato, che hanno fatto nascere in te la voglia di diventare una scrittrice?
Un giorno, da bambina, che ero a letto con la febbre e da sola, presi un libro a caso – era Les malheurs de Sophie di La contessa de Ségur – che era nella libreria di mia madre che lo aveva letto da piccola. E quel giorno ho scoperto il grande piacere della lettura e non ho più smesso.
Non ho mai preteso di diventare una “scrittrice”- Come si fa ad avere una simile ambizione dopo aver letto Marcel Proust?

3. Ho letto i tuoi libri, nel primo, “Le apparenze manipolate” (qui la mia recensione), Gherarda deve affrontare intrighi e macchinazioni, mentre il secondo, “Il quaderno di Didine” (qui la mia recensione) e il terzo, “La canzone di Didine”, sono dei racconti visti dalla prospettiva di un’orfanella.  Con quale dei tuoi personaggi ti senti più in sintonia? E quanto c’è di te nei tuoi romanzi?
Dipende con quale piede mi alzo la mattina, la vie en rose o la vie en noir...

4. Stai lavorando a qualche nuovo progetto in questo momento?
Sì, certo. Da qualche mese sto scrivendo un nuovo noir, che come il precedente è ambientato a Firenze, la mia città di adozione, e si dipana intorno alla scomparsa di una giovane donna: Désirée. La cosa più complessa? Trovare un titolo che mi soddisfi!

5. Il self publishing per te è una scelta o un ripiego? Hai provato a cercare un editore?
È una semplificazione: mi evita l'ansia di aspettare il postino che mi porterebbe delle improbabili risposte da parte di editori che mi direbbero: ci spiace, ma il suo lavoro non trova collocazione adeguata nelle nostre linee editoriali. Come puoi capire, gentile Roberto, non mi sono mai cimentata in questa caccia all'editore. 



6. Cosa pensi della situazione editoriale in Italia?
Tragica, non fosse che alle volte mi fa anche “arrabbiare”. È deprimente vedere osannate certe mediocrità e scoprire in fondo alla classifica di Amazon certe “perle” di sicuro valore letterario.

7. Come sono i tuoi rapporti con i “colleghi”, gli altri scrittori indipendenti? C’è qualche libro, in questo ambito, che ti ha colpito particolarmente?
Non ho quasi nessun rapporto con gli altri Self per mancanza di tempo, ma li leggo spesso volentieri.

8. Scrittura e social network: pensi che sia un connubio felice?
Lo credevo, almeno all'inizio, però vedendo i palesi “scambi di cortesia” tra autori emergenti, ho smesso di farmi influenzare dalle recensioni pubblicate sul Web.

9. Sogni nel cassetto? Quali sono le tue aspettative come scrittrice?
Ribadendo che non mi sento una scrittrice, la mia unica aspettativa è di distrarre un lettore, il tempo che potrà impiegare a leggere un mio libro, di divertirlo e fargli compagnia.

Grazie per la chiacchierata. Ci puoi indicare qualche link dove trovare i tuoi libri?

Fino ad oggi ho pubblicato solo su Amazon, li trovate a questo indirizzo:


Fine dell’anno, tempo di bilanci


Fine dell’anno, tempo di bilanci. In questo blog mi occupo di letteratura indipendente, giunti ormai alla fine del 2015 voglio ricordare i migliori libri che ho recensito quest’anno. Li cito in ordine sparso, senza nulla togliere a chi non si ritroverà nelle prossime righe, tutti i testi di cui parlo in Chiacchiere e distintivo li trovo meritevoli, questa non è una classifica, voglio solo evidenziare quelli che, per un motivo o per l’altro mi hanno colpito particolarmente. Ho scelto titoli che ho letto nel corso degli ultimi dodici mesi, indipendentemente dalla data di pubblicazione.

Inizio dall’ottimo Joshua di Massimiliano Riccardi. La storia di un serial killer che, se portasse la firma di Lee Child o Jeffery Deaver, sarebbe senza dubbio in classifica fra i più venduti. Nel genere fantascientifico è d’obbligo citare la trilogia Il mondo brucia di Gianluca Ranieri Bandini, che merita una menzione anche per la sua ormai cospicua produzione in quest’ambito, tutta di alto livello. Rimanendo dalle parti della fantascienza non posso dimenticare Missing Time di Riccardo Pietrani, per il quale vale il discorso fatto per Bandini, e il racconto lungo Teutovirus di Mario Pacchiarotti, utopico e surreale. Cosa rimane di noi di M.S. e La resa degli innocenti di Irma Panova Maino hanno un tema simile, quello del rapimento di bambini, anche se nel secondo caso c’è una deriva “soprannaturale”; li consiglio entrambi. L’ombra del castigo di Jacques Oscar Lufuluabo è un thriller “sui generis” che sicuramente risulterà gradito anche a chi non ama particolarmente il giallo. Di genere completamente diverso è Il quaderno di Didine di Dominique Valton, una fiaba per grandi e piccini. I colori della favola si trovano anche nel commovente Sono nato troppo presto di Giovanna Avignoni, nonostante affronti un tema tutt’altro che leggero. Hotel Praga di Pierluigi Tamborini, ho concluso la mia recensione con questa frase: “In un altro universo, migliore del nostro, è sicuramente un best seller.” Che altro aggiungere? Se volete viaggiare senza muovervi dal vostro divano leggete 5 anni in Australia di Wally G. Fin, resoconto di un periodo lavorativo, ricco di gustosi aneddoti, che l’autore ha passato in quella terra lontana. Ricordo che Wally ha attinto alle sue esperienze di viaggio per creare la saga spy-fi Eroi Imperfetti. Un romanzo che parla di romanzi è La grande menzogna di Antonella Sacco, nel quale, come di consueto, l'autrice sfodera una prosa e una trama notevoli. Potrebbe sembrare un romance La fragranza dell’assenza di Concetta D’Orazio, ma questo libro ha una profondità, una classe e uno spessore sconosciuti agli epigoni delle 50 sfumature. Un volume che non potrei dimenticare di citare è Numeri a perdere di Riccardo Gavioso, in ogni capitolo abbina un articolo di grande giornalismo a un racconto di livello assoluto. Doppia menzione per Michael Tangherlini: SteamLily e Le cose in cui crediamo attingono allo stesso singolare mondo creato da questo autore, un’Inghilterra popolata da morfi, ibridi umani-animali; non solo ci sorprendono, ma ci fanno anche riflettere, come metafora della nostra società.

Se volete leggere le mie recensioni dei libri che ho citato cliccate sui titoli evidenziati.

Auguro a tutti un 2016 di buone letture, ricordando che chi non legge vive una sola vita, chi lo fa ne vive innumerevoli.

domenica 27 dicembre 2015

Intervista a J. Oscar Lufuluabo

Per lo spazio interviste incontriamo J. Oscar Lufuluabo, autore del thriller L’ombra del castigo.

1. Ciao Oscar, benvenuto sul mio blog. Vuoi dire qualcosa di te ai miei lettori?
Domanda impegnativa. Una di quelle che mettono più in difficoltà. Diciamo che sono un tipo lunatico. Sognatore e creativo, ma al tempo stesso razionale. Amo la piacevole compagnia, ma non disdegno il silenzio e la solitudine. Mi ritengo un viaggiatore. E il mezzo che uso per spaziare in lungo e in largo è la fantasia. Il modo più comodo e potente che conosca per esplorare me stesso e ciò che mi circonda.

2. Come nasce e che importanza ha nella tua vita la passione per la scrittura? Ci sono degli autori che ti hanno influenzato, o che semplicemente ti piace citare come i tuoi preferiti?
È nata un po’ per caso. Prima lavoravo nel campo del disegno. Il mio mondo era fatto di fumetti. Poi mi sono reso conto che la parola va ben oltre le immagini. Anche perché la fantasia è uno strumento bizzarro. Più gli dai e meno ricambia. Se vuoi che partecipi, devi tenerla a digiuno. Perciò ora apro la porta al lettore, lo accompagno, ma poi sta a lui creare la magia del mondo in cui viaggia.  
Per quanto riguarda gli autori, non amo generalizzare. Alcuni li apprezzo per lo stile originale e altri per le emozioni che sono in grado di trasmettere. Non sto qui a fare la lista dei nominativi. Ciò che di certo mi ha influenzato sono quelle scene inattese, paragrafi, o anche singole frasi, che di prepotenza sono riuscite a far breccia nella mente e generare un cambiamento.

3. Per il momento hai “dato alle stampe” il romanzo L’ombra del castigo (qui la mia recensione), un thriller le cui vicende ruotano intorno a un centro di recupero tossicodipendenti. Quanto è stato importante il lavoro di ricerca prima della stesura del testo?
Ha avuto un ruolo fondamentale. Ho iniziato la prima stesura del romanzo dopo due o tre mesi di ricerche. Non avendo alcuna esperienza in materia sono dovuto praticamente partire da zero. In fondo è questo il bello di cimentarsi in qualcosa di nuovo. La possibilità di scoprire nuovi orizzonti.

4. Stai lavorando a qualcosa di nuovo in questo momento?
Ci sono due romanzi in cantiere. Un giallo e un altro sul genere avventuroso futuristico.

5. Come sei arrivato all’autopubblicazione, hai provato a contattare le case editrici o è stata una tua scelta fin dall’inizio?
Inizialmente valutavo solo le case editrici. Dopo vari tentativi andati a vuoto, ero stato contattato da una di queste per la pubblicazione. In fase di editing però abbiamo avuto divergenze di opinioni e ho preferito interrompere i rapporti. Poi la Rizzoli ha indetto un concorso, dove ad essere valutate erano proprio le opere realizzate col self publishing. Così ho deciso di avventurarmi in un mondo fino allora sconosciuto.

6. Quali sono, secondo te, i pro e contro dell’essere un autore indipendente?
Il vantaggio più grande è di certo il poter pubblicare senza dover sottostare alle decisioni di altri. Scrittori sconosciuti possono ritagliarsi uno spazio di mercato che le case editrici non sarebbero disposte a concedere. Pare brutto dirlo, ma per pubblicare con l’editoria tradizionale, occorre avere un nome conosciuto, o i giusti agganci nel settore, o molta molta fortuna. Altrimenti è difficile essere presi in considerazione. La bravura dello scrittore conta ben poco. Specie in Italia.
Logicamente c’è il rovescio della medaglia. Optando per l’autopubblicazione occorre gestire tutto da soli. Lo scrittore è costretto a ricoprire tutti le figure che intercorrono nella fase di pubblicazione di un libro. Dal correttore di bozze all’editor  al promoter di se stesso. 

7. Sei piuttosto attivo nei social network, li ritieni uno strumento importante per uno scrittore?
Certamente. Uno scrittore noto può farne a meno, ma quello che deve farsi strada non può assolutamente trascurarli. La pubblicità è la base per ogni tipo di marketing. Di tutti i mezzi di comunicazione ritengo che i social network, accessibili a costo zero, siano il mezzo più indicato per autori poco noti. Oltre che a pubblicizzare il proprio prodotto, questi permettono al contempo di dare un immagine di sé, di allacciare rapporti interpersonali e avere riscontri da parte del pubblico anche nell’immediato. 

8. Come sono i tuoi rapporti con gli altri autori?
Ottimi direi. Confrontarsi con chi ha la tua stessa passione è piacevole e costruttivo. Chi lavora nello stesso campo è in grado non solo di fornire critiche costruttive, ma anche eventuali rimedi a quelli che sono i tuoi punti deboli.

9. Cosa pensi dell’ebook e quale prevedi che sarà il suo peso nell’editoria nel prossimo futuro?
Direi che la risposta è già sotto i nostri occhi. In pochi anni l’editoria digitale ha conquistato una fascia di mercato notevole. Offre al lettore molteplici vantaggi. Dal risparmio economico alla comodità di poter portare in una tasca tutta la propria libreria. Le stesse case editrici, ormai, non si limitano al formato cartaceo. Ogni libro ha la sua versione in ebook. Dimostrazione che queste in primis sono consapevoli dell’enorme potenziale di un mercato in espansione.

10. Come valuti il riscontro dei lettori riguardo al tuo romanzo? 
Fino ad ora molto buono. Ad essere sincero, migliore di quanto mi sarei aspettato. Ho ricevuto un buon numero di riscontri positivi e le cose sembrano procedere per il meglio. Anche le vendite continuano ad aumentare, per cui non posso lamentarmi di nulla. Non è mancato qualche lettore che ha messo in luce la propria delusione per come ho affrontato alcuni passaggi nel romanzo. Ma anche in questi casi sporadici, il giudizio non è mai stato totalmente negativo. La storia nel complesso ha avuto un’ottima riuscita.

11. Quali sono le tue aspettative, relativamente alla tua attività di scrittore?
Nell’Italia di oggi vedo difficile crearsi delle aspettative su tale professione. Continuerò a scrivere per la passione di farlo. Se poi la fortuna vorrà regalarmi risvolti favorevoli e inattesi, saranno i benvenuti. 

Grazie per la chiacchierata Oscar. Per finire ci puoi indicare qualche link dove trovare il tuo libro?



martedì 22 dicembre 2015

Recensione: Le cose in cui crediamo di Michael Tangherlini


Questo romanzo è il sequel di “Venus at the Mirror”, di cui avevo parlato in una recensione precedente. Ritroviamo gli stessi personaggi, in particolare la protagonista, Lillian Edgecombe, più matura, sicura di se, con una maggiore consapevolezza del suo essere “speciale”. Sì, perché lei è una “morfa”, un ibrido fra un essere umano e un animale, nel suo caso un tasso. Accettata la particolarità del mondo creato da Tangherlini, un’Inghilterra alternativa, nella quale convivono, talvolta a fatica, umani e morfi, siamo pronti a seguire la vita di Lilian e Mills, giovane coppia come tante, alle prese con le comuni relazioni lavorative, di amicizia e d’amore. Ma un evento misterioso si insinua in questa apparente tranquilla quotidianità, con le sembianze di due “cuccioli” abbandonati e ritrovati casualmente in un bidone dell’immondizia. È l’inizio di un’avventura dai risvolti inquietanti, in cui c’entrano la manipolazione genetica e le macchinazioni di politici populisti e senza scrupoli. 

Ancora una volta l’autore imbastisce una bella commistione di generi letterari, dal romance, al thriller, al romanzo di formazione, per usarla come metafora della nostra società, ancora restia ad accettare la diversità come un vantaggio, piuttosto che un danno.


giovedì 17 dicembre 2015

Intervista a Massimiliano Riccardi

Quattro chiacchiere con Massimiliano Riccardi, che ha da poco pubblicato il romanzo Joshua. 

1. Ciao Massimiliano, benvenuto sul mio blog. Vuoi dirci qualcosa di te?
Disastro è la parola che mi definisce meglio: mille lavori, casinista nei rapporti amorosi, figli con mamme diverse, viaggiatore, irrequieto e inquieto. Credo però di essere una persona positiva, non mi arrendo mai. Nelle difficoltà scorgo possibilità diverse.

2. Hai appena pubblicato Joshua (qui la mia recensione), a te la parola.
L'ho scritto quasi di getto, stimolato da fatti realmente accaduti, l'esagerazione narrativa e la sovraesposizione di immagini forti è stata catartica. Scrivere è stato un buon modo per elaborare fatti dolorosi.

3. Credo che una delle fasi più interessante della scrittura sia quella in cui si forma l’idea della storia; come nasce il tuo romanzo?
Come dicevo nasce da accadimenti reali, ovviamente più sfumati e non così drammatici come nel romanzo, ma certamente dolorosi per chi a suo tempo ne è rimasto coinvolto.  Ho voluto guardare a quei fatti come un osservatore lontano, senza giudizi, ho lasciato che i personaggi si raccontassero da soli.

4. Quali sono le tue aspettative su questo libro? Sei soddisfatto del riscontro che ha avuto finora?
Mi aspetto dei buoni riscontri, ricevo molte mail di apprezzamento e giudizi favorevoli fatti di persona dai tanti amici e colleghi che lo hanno letto.  Tutto ciò mi confonde e mi sorprende.

5. Quando è nata in te la passione per la scrittura?
Ho sempre giocato con la scrittura, sempre, sin da ragazzino, in modo più o meno maldestro. Alla base di tutto c'è la mia passione compulsiva nei confronti della lettura: libri in camera da letto, sulla cesta del bagno, in cucina, dovunque.

6. Hai degli autori che ami particolarmente, qualcuno che ti ha ispirato?
Negli anni ho privilegiato la saggistica inerente alla storia, ma il romanzo è, e rimane, il primo e unico amore. Potrei sciorinarti una serie di autori che mi permettano di fare bella figura, ma preferisco dirti che ho letto con passione tutti i classici del noir e del thriller con identica intensità e piacere, non mi fermo qui, scopro sempre nuovi autori, non necessariamente di genere, che mi intrigano  e mi danno belle emozioni.

7. Scrivere ai tempi di internet: vantaggi e svantaggi, se ce ne sono, secondo te.
Vedo solo vantaggi.

8. Si parla da tanti anni della crisi dell’editoria, dello scarso numero di lettori ecc. Tu come la vedi?
Credo che sia vero, l'editoria è in crisi, o forse sono in crisi le persone che non hanno più la pazienza e la voglia di regalarsi il tempo necessario per affrontare le pagine di un libro. Mah!

9. Progetti futuri e sogni nel cassetto, almeno come scrittore…
Guerre di religione permettendo, salve le eccezioni date da eventuali tragedie geopolitiche, vorrei poter continuare a scrivere, vivere, amare… veder crescere i miei figli serenamente.

Grazie per la chiacchierata, Massimiliano. Ci puoi indicare dove possiamo trovare il tuo romanzo?

Recensione: Joshua di Massimiliano Riccardi


Il male, spesso, ha radici concrete, non nasce per caso, non si genera dal niente, ha bisogno di un seme e di essere coltivato, deve trovare un ambiente adatto per crescere e svilupparsi.
Questo seme trova un terreno fertile nell’animo di Joshua, uno dei due protagonisti del romanzo di Massimiliano Riccardi, quello che da il titolo al libro. Il suo percorso di vita, fatto di violenza e abusi, si svolge nella profonda provincia americana, uno scenario perfetto per una normalità di facciata e i terribili segreti di un’esistenza solitaria, segnata dall’odio e dal rancore. Gli si contrappone lo sceriffo Stark Dumpsey, un uomo giusto, che per indole e, forse, casualità, ha deciso di seguire la retta via, con tutte le difficoltà e i drammi che questa scelta comporta. In Joshua non si deve arrivare alla fine con il dubbio su chi sia il colpevole, è chiaro fin dall’inizio da che parte stanno gli attori di questo racconto. È anche nel mettere le carte in tavola fin da subito che sta la forza del romanzo, nel procedere a ritroso dipanando i tanti nodi che l’intreccio narrativo propone al lettore. Non ho usato il termine “attori” per caso, il taglio del libro, con i suoi repentini stacchi, dissolvenze e flashback, è decisamente “cinematografico”, con frequenti rimandi a un immaginario collettivo che è consolidato e perfettamente inquadrato nel genere.
Una storia dalle tinte molto forti, assecondata da una scrittura fluida e matura, fa di questo romanzo un ottimo esempio di letteratura noir, al punto da stupire, se si considera che questo è, di fatto, un esordio.
Massimiliano Riccardi dimostra di aver appreso in pieno la lezione dei maestri d’oltreoceano e si candida a diventarne un degno erede.

mercoledì 16 dicembre 2015

Auguri e promozione di Natale


Fino al 31 dicembre tutti i miei ebook a solo 0,99 €, gratis per chi ha Kindle Unlimited.

Novità in libreria: Il sonno della ragione di Manuel Fondato

TITOLO: Il sonno della ragione
GENERE: Narrativa Contemporanea
AUTORE: Manuel fondato
EDITORE: Historica

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SINOSSI
Roma 1964, in seguito all’improvvisa morte del padre, principale collaboratore del potentissimo ministro Umberto De Francesco e alla nuova relazione della madre con il giornalista Eugenio Conforti, il giovane Paolo Basile decide di andare via di casa, nonostante il grandissimo legame con la sorella Giulia, ancora adolescente. Sceglie di arruolarsi come ufficiale nei Carabinieri per poter proseguire gli studi in Accademia e chiede aiuto proprio a De Francesco, che lo accontenta anche per sottrarlo all’influenza di Conforti suo feroce oppositore. Diventato Capitano, Paolo viene notato dal Generale Tiziano D'Onofrio, che sta costituendo a Torino un nucleo speciale per contrastare l’emergente fenomeno del terrorismo. Affascinato dal carisma del superiore, accetta di farne parte, pur consapevole di andare incontro ad una vita semiclandestina senza orari ed affetti.
Una notte durante un posto di blocco i suoi uomini fermano un’auto e gli portano i documenti della coppia che è all’interno. Nonostante il nome e il taglio di capelli differenti, Paolo, osservando la foto della donna, crede di riconoscere sua sorella Giulia.

NOTE BIOGRAFICHE
Manuel Fondato è nato a Roma il 4/3/1976.
Già consulente per la comunicazione alla Regione Lazio, per Zètema s.r.l. municipalizzata preposta all'attività dei musei della città di Roma, capo settore della Presidenza del Consiglio Comunale nell'Ufficio stampa del Comune di Roma dal 2008 al 2013.
Scrive per il quotidiano Il Tempo di politica. Si è occupato fenomeno del terrorismo in Italia in numerosi articoli e interviste ai protagonisti di quegli anni, tra cui il Generale Umberto Rocca, medaglia d'oro al valor militare in seguito alle menomazioni causate dal conflitto a fuoco in cui perse la vita Mara Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse e Maria Ricci, vedova di Domenico, autista di Aldo Moro caduto in via Fani. Quest'ultimo contributo è stato utilizzato dall'Associazione vittime del terrorismo per diverse mostre realizzate a Torino e Roma.



sabato 5 dicembre 2015

Recensione: Teutovirus di Mario Pacchiarotti


Un racconto lungo che si colloca nel filone della fanta-sociologia, direi anche utopica. Un ricercatore mette a punto un virus capace di manipolare le abitudini di un intero ceppo culturale, spinto da un distorto senso umanitario decide di tenere la sua scoperta nascosta al mondo e diffonde il contagio, ma qualcosa va storto e i risultati sono imprevedibili. L’autore gioca con gli stereotipi e i cliché che da sempre accompagnano i cittadini delle varie nazioni, creando uno scenario intelligente e profondo, che fa riflettere e, talvolta, sorridere amaramente. Mario Pacchiarotti probabilmente è un inguaribile ottimista, non è nuovo a questi disegni di riscatto dell’umanità; in questo caso, come ultima ratio, affida alla fede nella scienza il compito di estirpare i tanti mali della società. Un testo con più chiavi di lettura, un meccanismo perfetto uscito dalla penna di un narratore tanto abile quanto visionario. Certo che in Teutovirus gli scienziati non sono molto fortunati…