Sette racconti, sette storie diverse, sette uomini alle prese con il “male di vivere”.
La cosa che accumuna i protagonisti delle storie di questo libro è la solitudine, un senso di disagio esistenziale che li rende diversi, incapaci di confondersi con gli altri, di conformarsi a quella che per molti è la normalità di una vita quotidiana, incolore ma serena. Uomini sconfitti, forse, ma dolorosamente pensanti, consapevoli che esiste una possibilità, una via di fuga verso una dimensione dove sentirsi più liberi, più completi ma, tuttavia, incapaci di afferrarla fino in fondo.
In questi racconti di Jacques Oscar Lufuluabo la trama, gli avvenimenti dei personaggi passano in secondo piano, sembrano quasi un pretesto, un contesto generico dove l’autore innesta i suoi flussi di coscienza, le riflessioni sulla vita, sui legami e le relazioni, un mondo claustrofobico ben metaforizzato dalle gabbie dello zoo citate in una delle storie.
Bella la prosa, a tratti serrata, in altri più distesa, sempre ricercata e mai banale. Complimenti.