lunedì 28 dicembre 2015

Intervista a Dominique Valton

Questa volta facciamo quattro chiacchiere con Dominique Valton, autrice dei romanzi “Le apparenze manipolate”, “Il quaderno di Didine” e “La canzone di Didine”.

1. Ciao Dominique, benvenuta sul mio blog. Per iniziare vuoi parlarci un po’ di te?
Sono una donna eccezionale, una grandissima scrittrice e una splendida creatura… Dai, Roberto, non scherziamo! Sono una signora che ama scrivere senza avere la pretesa di definirsi una “scrittrice”. Amo anche molto leggere e giocare a Bridge. Da qualche mese sono tornata ad abitare nel mio paese d'origine, la Francia, ma continuo a leggere e a scrivere in italiano.

2. Come nasce la tua passione per la letteratura? Ci sono dei libri o degli autori che ti hanno ispirato, che hanno fatto nascere in te la voglia di diventare una scrittrice?
Un giorno, da bambina, che ero a letto con la febbre e da sola, presi un libro a caso – era Les malheurs de Sophie di La contessa de Ségur – che era nella libreria di mia madre che lo aveva letto da piccola. E quel giorno ho scoperto il grande piacere della lettura e non ho più smesso.
Non ho mai preteso di diventare una “scrittrice”- Come si fa ad avere una simile ambizione dopo aver letto Marcel Proust?

3. Ho letto i tuoi libri, nel primo, “Le apparenze manipolate” (qui la mia recensione), Gherarda deve affrontare intrighi e macchinazioni, mentre il secondo, “Il quaderno di Didine” (qui la mia recensione) e il terzo, “La canzone di Didine”, sono dei racconti visti dalla prospettiva di un’orfanella.  Con quale dei tuoi personaggi ti senti più in sintonia? E quanto c’è di te nei tuoi romanzi?
Dipende con quale piede mi alzo la mattina, la vie en rose o la vie en noir...

4. Stai lavorando a qualche nuovo progetto in questo momento?
Sì, certo. Da qualche mese sto scrivendo un nuovo noir, che come il precedente è ambientato a Firenze, la mia città di adozione, e si dipana intorno alla scomparsa di una giovane donna: Désirée. La cosa più complessa? Trovare un titolo che mi soddisfi!

5. Il self publishing per te è una scelta o un ripiego? Hai provato a cercare un editore?
È una semplificazione: mi evita l'ansia di aspettare il postino che mi porterebbe delle improbabili risposte da parte di editori che mi direbbero: ci spiace, ma il suo lavoro non trova collocazione adeguata nelle nostre linee editoriali. Come puoi capire, gentile Roberto, non mi sono mai cimentata in questa caccia all'editore. 



6. Cosa pensi della situazione editoriale in Italia?
Tragica, non fosse che alle volte mi fa anche “arrabbiare”. È deprimente vedere osannate certe mediocrità e scoprire in fondo alla classifica di Amazon certe “perle” di sicuro valore letterario.

7. Come sono i tuoi rapporti con i “colleghi”, gli altri scrittori indipendenti? C’è qualche libro, in questo ambito, che ti ha colpito particolarmente?
Non ho quasi nessun rapporto con gli altri Self per mancanza di tempo, ma li leggo spesso volentieri.

8. Scrittura e social network: pensi che sia un connubio felice?
Lo credevo, almeno all'inizio, però vedendo i palesi “scambi di cortesia” tra autori emergenti, ho smesso di farmi influenzare dalle recensioni pubblicate sul Web.

9. Sogni nel cassetto? Quali sono le tue aspettative come scrittrice?
Ribadendo che non mi sento una scrittrice, la mia unica aspettativa è di distrarre un lettore, il tempo che potrà impiegare a leggere un mio libro, di divertirlo e fargli compagnia.

Grazie per la chiacchierata. Ci puoi indicare qualche link dove trovare i tuoi libri?

Fino ad oggi ho pubblicato solo su Amazon, li trovate a questo indirizzo:


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