Per lo spazio interviste incontriamo J. Oscar Lufuluabo, autore del thriller L’ombra del castigo.
Domanda impegnativa. Una di quelle che mettono più in difficoltà. Diciamo che sono un tipo lunatico. Sognatore e creativo, ma al tempo stesso razionale. Amo la piacevole compagnia, ma non disdegno il silenzio e la solitudine. Mi ritengo un viaggiatore. E il mezzo che uso per spaziare in lungo e in largo è la fantasia. Il modo più comodo e potente che conosca per esplorare me stesso e ciò che mi circonda.
2. Come nasce e che importanza ha nella tua vita la passione per la scrittura? Ci sono degli autori che ti hanno influenzato, o che semplicemente ti piace citare come i tuoi preferiti?
È nata un po’ per caso. Prima lavoravo nel campo del disegno. Il mio mondo era fatto di fumetti. Poi mi sono reso conto che la parola va ben oltre le immagini. Anche perché la fantasia è uno strumento bizzarro. Più gli dai e meno ricambia. Se vuoi che partecipi, devi tenerla a digiuno. Perciò ora apro la porta al lettore, lo accompagno, ma poi sta a lui creare la magia del mondo in cui viaggia.
Per quanto riguarda gli autori, non amo generalizzare. Alcuni li apprezzo per lo stile originale e altri per le emozioni che sono in grado di trasmettere. Non sto qui a fare la lista dei nominativi. Ciò che di certo mi ha influenzato sono quelle scene inattese, paragrafi, o anche singole frasi, che di prepotenza sono riuscite a far breccia nella mente e generare un cambiamento.
3. Per il momento hai “dato alle stampe” il romanzo L’ombra del castigo (qui la mia recensione), un thriller le cui vicende ruotano intorno a un centro di recupero tossicodipendenti. Quanto è stato importante il lavoro di ricerca prima della stesura del testo?
Ha avuto un ruolo fondamentale. Ho iniziato la prima stesura del romanzo dopo due o tre mesi di ricerche. Non avendo alcuna esperienza in materia sono dovuto praticamente partire da zero. In fondo è questo il bello di cimentarsi in qualcosa di nuovo. La possibilità di scoprire nuovi orizzonti.
4. Stai lavorando a qualcosa di nuovo in questo momento?
Ci sono due romanzi in cantiere. Un giallo e un altro sul genere avventuroso futuristico.
5. Come sei arrivato all’autopubblicazione, hai provato a contattare le case editrici o è stata una tua scelta fin dall’inizio?
Inizialmente valutavo solo le case editrici. Dopo vari tentativi andati a vuoto, ero stato contattato da una di queste per la pubblicazione. In fase di editing però abbiamo avuto divergenze di opinioni e ho preferito interrompere i rapporti. Poi la Rizzoli ha indetto un concorso, dove ad essere valutate erano proprio le opere realizzate col self publishing. Così ho deciso di avventurarmi in un mondo fino allora sconosciuto.
6. Quali sono, secondo te, i pro e contro dell’essere un autore indipendente?
Il vantaggio più grande è di certo il poter pubblicare senza dover sottostare alle decisioni di altri. Scrittori sconosciuti possono ritagliarsi uno spazio di mercato che le case editrici non sarebbero disposte a concedere. Pare brutto dirlo, ma per pubblicare con l’editoria tradizionale, occorre avere un nome conosciuto, o i giusti agganci nel settore, o molta molta fortuna. Altrimenti è difficile essere presi in considerazione. La bravura dello scrittore conta ben poco. Specie in Italia.
Logicamente c’è il rovescio della medaglia. Optando per l’autopubblicazione occorre gestire tutto da soli. Lo scrittore è costretto a ricoprire tutti le figure che intercorrono nella fase di pubblicazione di un libro. Dal correttore di bozze all’editor al promoter di se stesso.
7. Sei piuttosto attivo nei social network, li ritieni uno strumento importante per uno scrittore?
Certamente. Uno scrittore noto può farne a meno, ma quello che deve farsi strada non può assolutamente trascurarli. La pubblicità è la base per ogni tipo di marketing. Di tutti i mezzi di comunicazione ritengo che i social network, accessibili a costo zero, siano il mezzo più indicato per autori poco noti. Oltre che a pubblicizzare il proprio prodotto, questi permettono al contempo di dare un immagine di sé, di allacciare rapporti interpersonali e avere riscontri da parte del pubblico anche nell’immediato.
8. Come sono i tuoi rapporti con gli altri autori?
Ottimi direi. Confrontarsi con chi ha la tua stessa passione è piacevole e costruttivo. Chi lavora nello stesso campo è in grado non solo di fornire critiche costruttive, ma anche eventuali rimedi a quelli che sono i tuoi punti deboli.
9. Cosa pensi dell’ebook e quale prevedi che sarà il suo peso nell’editoria nel prossimo futuro?
Direi che la risposta è già sotto i nostri occhi. In pochi anni l’editoria digitale ha conquistato una fascia di mercato notevole. Offre al lettore molteplici vantaggi. Dal risparmio economico alla comodità di poter portare in una tasca tutta la propria libreria. Le stesse case editrici, ormai, non si limitano al formato cartaceo. Ogni libro ha la sua versione in ebook. Dimostrazione che queste in primis sono consapevoli dell’enorme potenziale di un mercato in espansione.
10. Come valuti il riscontro dei lettori riguardo al tuo romanzo?
Fino ad ora molto buono. Ad essere sincero, migliore di quanto mi sarei aspettato. Ho ricevuto un buon numero di riscontri positivi e le cose sembrano procedere per il meglio. Anche le vendite continuano ad aumentare, per cui non posso lamentarmi di nulla. Non è mancato qualche lettore che ha messo in luce la propria delusione per come ho affrontato alcuni passaggi nel romanzo. Ma anche in questi casi sporadici, il giudizio non è mai stato totalmente negativo. La storia nel complesso ha avuto un’ottima riuscita.
11. Quali sono le tue aspettative, relativamente alla tua attività di scrittore?
Nell’Italia di oggi vedo difficile crearsi delle aspettative su tale professione. Continuerò a scrivere per la passione di farlo. Se poi la fortuna vorrà regalarmi risvolti favorevoli e inattesi, saranno i benvenuti.
Grazie per la chiacchierata Oscar. Per finire ci puoi indicare qualche link dove trovare il tuo libro?
Ho letto con molto interesse l'intervista. Conosco Oscar per le tante discussioni su un noto gruppo letterario e ho sempre molto apprezzato la sua onestà intellettuale. Posso solo complimentarmi con l'intervistatore che non è mai banale nel porre domande e con l'intervistato che non si nega aprendosi nei confronti del pubblico.
RispondiEliminaUn ringraziamento sincero a Roberto per avermi concesso questo spazio.
RispondiEliminaÈ un piacere ospitare i bravi autori e sentire le loro opinioni e le loro esperienze.
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