“Ma tu quanti anni hai?”, mi chiese la ragazzina con il gelato in mano, seduta accanto a me.
Mi voltai in tempo per cogliere quel sorrisetto malizioso sotto i suoi occhi grandi e svegli e i suoi capelli neri, lisci e tutto il resto.
“Troppi”, dissi: ne avevo ventiquattro e lei dodici, ed era cotta di me.
Stavo guardando i vecchi che giocavano a bowling e bevevano whisky distillato di contrabbando, li guardavo e non riuscivo a vederli.
Era la festa del ringraziamento a Faltognano, Texas: centosettanta anime, quasi tutte nere come l’inferno.
Capitavo spesso da quelle parti, i dintorni erano zeppi di posti suggestivi: Cat’s Waterfall, The Big Tree davanti alla chiesa, The Dead’s River, Leonardo’s Birthouse, il residence del mio amico Luke.
“Sei fidanzato?”, riattaccò la ragazzina, con tono apprensivo, come se temesse la risposta, distogliendomi dai miei pensieri.
La lasciai un attimo sulle spine, poi scossi la testa in segno di diniego; lei sorrise e i suoi occhi luccicavano.
La festa stava entrando nel vivo, l’orchestrina aveva attaccato una serie di orrendi standard country, la gente ballava, c’erano un paio di tipi vestiti da autentici cowboy di b-movie, quasi tutti lavoravano nei ranch della zona e viaggiavano con enormi e scassatissimi pick-up di seconda mano.
Vidi Nicolette, se ne stava seduta dietro ad un banco con la scritta “1 Kiss 1 $”: ripensai al nostro “love affair” di un tempo.
“Mi vuoi sposare?”. Guardai la ragazzina e per un attimo valutai seriamente l’offerta.
“Certo”, dissi, “più tardi, però, adesso ho un po’ da fare”, la salutai, presi una sedia e andai a sistemarmi accanto alla bionda dietro al banco.
“Una volta costavi meno”, esordii, “a questi prezzi mi avresti ridotto sul lastrico”.
“Guarda che se stai qui mi rovini gli affari”, disse Nicolette ridendo; era più bella di quanto ricordassi, anche più simpatica.
“Come stai?”, stava bene, non avevamo molto da dirci.
“Ecco cinque dollari!”, guardai il tipo, un vecchio, che si era avvicinato al banco.
“Lei è fuori servizio”, dissi, mentre Nicolette mi dava di gomito, “la sostituisco io”.
“Ehi, amico, non fare il furbo, io ho qui cinque dollari e voglio baciare la ragazza, sono anni che...”
“Senti, nonno, ma perché non te li vai a bere i tuoi soldi? Io ho noleggiato la signorina, per tutta la sera, vero?”. Questa volta detti io di gomito.
“Sì, sì”, disse Nicolette in preda alle risa convulse, il vecchio bofonchiò qualcosa e si allontanò.
Baciai la bionda (gratis) e mi alzai, non pioveva mai in quel cazzo di posto.
Tornai a cercare di vedere i tizi che giocavano a bowling e bevevano whisky, non ci riuscii neanche questa volta, ma nell’intento almeno non sentivo più l’orchestrina country.
Accanto a me c’era la ragazzina con gli occhi grandi e i capelli neri che aveva preso un altro gelato.
“E’ sempre valida la tua proposta?”, lei fece cenno di sì con la testa.
Roberto Bonfanti - 1988
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