martedì 2 settembre 2014

Recensione: Venus at the mirror di Michael Tangherlini


La vita di Lilian, una giovane insegnante di pianoforte, non sarebbe molto diversa da quella dei suoi coetanei, fra problemi di peso, amori, amicizie e incomprensioni, se non fosse per il fatto che lei è una “morfa”, appartiene a una generazione di ibridi umani con sembianze in parte animalesche. Fra mille difficoltà, dolori e cadute, la sua volontà e il suo amore per la musica le permetteranno di emergere e trovare il suo posto in un mondo che non ama quelli come lei.
Questo romanzo è una riuscita metafora sulla discriminazione e sull’intolleranza, scritto con stile fluido e accattivante, con molte chicche per gli appassionati di musica pop-rock (fra le altre cose ogni capitolo prende il nome da un brano famoso).
Tutto bene quindi? Purtroppo no.
Il libro avrebbe bisogno di un editing approfondito, non contiene molti refusi e praticamente nessun strafalcione vero e proprio, ma c’è un continuo e fastidioso (per me) passaggio dalla prima alla terza persona nella narrazione, spesso all’interno dello stesso periodo, e qualche frase troncata o da correggere, come se fosse iniziata una revisione mai terminata.
Peccato, perché una volta sistemate le questioni formali, sono sicuro che si apprezzerebbe meglio il contenuto.


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