Ci sono storie che non aspettano altro che di essere raccontate, devono solo trovare un tramite per uscire allo scoperto. Le donne di questo romanzo lo trovano in Ines, giovane ricercatrice universitaria; è attraverso il suo racconto che ci giungono le loro vite, così dissimili fra loro, ma accumunate dalla stessa condizione: essere donne in un mondo di uomini. Che poi, in questo libro, vengono soltanto evocati, rimangono sullo sfondo (gli uomini, intendo).
Ecco quindi che ci troviamo a parteggiare per Julia e Atte, padrona e ancella nell’antica Roma, a indignarci per la sorte di Iolanda, nei secoli bui del medioevo, a trepidare per Adele, Isabella e Dora, tre ragazze dei nostri giorni, apparentemente libere ed emancipate, ma…
Come al solito l’autrice sfoggia stile ricercato e padronanza della lingua. Consiglio questo libro, e non solo alle donne.
Grazie, Roberto, per la recensione a "Sette giri"! Sono felice che tu l'abbia apprezzato.
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