venerdì 9 maggio 2014

Intervista a Cristina Bergomi

È la volta di incontrare Cristina Bergomi, che finora ha pubblicato due libri, sia in formato ebook che cartaceo: Futuro imperfetto e Anelli di quercia.

1. Ciao Cristina, benvenuta su Chiacchiere e distintivo. Ti vuoi presentare ai miei lettori?
Ciao Roberto, grazie per l’accoglienza. Sono un’insegnante di lettere, ho (ahimè) 40 anni, vivo sul Lago di Garda con tre figli, un gatto, un cane e un marito. Nel tempo libero, leggo e scrivo. Inoltre, amo pescare a spinning, hobby che condivido con mio marito.

2. Quando hai iniziato a scrivere? E cosa rappresenta per te questa attività? 
Da bambina scrivevo storie lunghissime e improbabili su principesse guerriere che dovevano salvare regni in pericolo. Ora, sono cresciuta anagraficamente, ma la scrittura fa sempre parte di me: è il mio modo per vivere mille volte. Ad ogni libro c’è una nuova nascita.

3. Prima di arrivare al self-publishing hai pubblicato con un editore, che bilancio fai di questa esperienza?
In ogni cosa ci sono lati negativi e positivi. La mia casa editrice era piccola e non a pagamento, tuttavia, subiva una grossa penalizzazione dal punto di vista della distribuzione. Poche librerie accettano di ordinare ed esporre libri di autori sconosciuti pubblicati da piccole case editrici. Quindi, il vantaggio di avere le spalle coperte, si azzerava con la difficoltà, per i lettori, di ordinare il mio libro.


4. Parlaci dei tuoi libri.
Imperfetto Futuro è il mio romanzo d’esordio. Parla di una coppia che si trova di fronte all’inevitabile crisi, dovuta all’arrivo dei figli. Ci si guarda in faccia e non ci si riconosce più e davanti c’è un bivio: lasciarsi o cercare di trovare un nuovo modo per stare insieme. Una storia in cui è facile riconoscersi, dove i protagonisti dimostrano le loro debolezze e timori, il loro essere “imperfetti”.
Anelli di quercia è un’opera più matura che prende spunto da una storia vera. Al centro c’è sempre una coppia, ma totalmente diversa da quella di “imperfetto futuro”. Qui, Anna e Sergio sono due persone dall’infanzia segnata da abusi e dolore. Si portano addosso le loro cicatrici, alimentando un rapporto d’amore malato da cui non riescono a liberarsi.  È un libro forte che fa male, ma che ci invita a riflettere sul tema della violenza psicologica e fisica, all’interno della coppia. Un tema molto attuale, purtroppo.

5. Hai dei progetti in corso che ci vuoi anticipare? 
Sto scrivendo un altro libro: una storia drammatica, ma stavolta il tema sarà quello della genitorialità.


6. Come valuti il panorama editoriale italiano di oggi? Cosa ti aspetti per i prossimi anni?
Non nutro grandi speranze. Il panorama editoriale italiano è vecchio e c’è bisogno di un cambiamento. Non so se questo cambio di rotta verrà introdotto dagli autori auto pubblicati. Di certo, se si prosegue su questo binario, si assisterà alla svalutazione e mercificazione della parola scritta, in una corsa infinita al prezzo più competitivo. 

7. In base alla tua esperienza, vuoi dare qualche suggerimento a chi si affaccia in questo mondo? Un consiglio per gli scrittori esordienti.
L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di puntare sulla qualità. Un buon prodotto aiuta a eliminare il pregiudizio sui self che purtroppo è ben radicato e, in certi casi, a ragione.

Grazie per la chiacchierata, Cristina. Ci puoi indicare qualche link dove trovare i tuoi libri?

Grazie a te per l’ospitalità. A presto!


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