Immaginate di aver sognato tutto: l'ebook non esiste.
Avete avuto un incubo. Al risveglio non troverete più nessuna libreria virtuale e nessun libro digitale da caricare sul vostro tablet.
Come vi sentireste?
Qualcuno non avvertirà il benché minimo affanno. Correrà nella sua biblioteca fatta di libri veri, ne sceglierà uno con tutte le pagine di carta al loro posto.
Per qualcun altro, però, destarsi dal sonno involutivo sarà un dramma.
Ecco come Antonella Sacco, Concetta D'Orazio e Roberto Bonfanti ci espongono i pro e i contro dell'ebook, continuando la serie di articoli "Autori a confronto".
Che cosa posso dire allora che non sia un abusato cliché? Posso raccontarvi del mio rapporto con l'ebook.
Ho acquistato il mio ebook reader nel novembre del 2011, non un kindle (credo che all'epoca non fosse ancora disponibile in Italia), ma un prodotto di una nota industria giapponese. Mi sono trovato subito a mio agio con il touch screen, l'organizzazione della libreria interna, la possibilità di collegarmi con il wi-fi e cercare online il significato della parola “resipiscenza”, trovata in un testo. Ma, tutto sommato, ho dovuto impegnarmi, almeno un poco, per adeguarmi a questo nuovo supporto, avrei potuto tranquillamente continuare a leggere i libri tradizionali, soprattutto considerando che tre anni fa gli ebook disponibili erano in numero assai inferiore a oggi. E allora perché ho preso un ebook reader? L'ho acquistato perché sono attento alle nuove tecnologie, con le quali ho un buon rapporto, nel senso che di solito riesco a servirmene senza diventarne schiavo. L'ho preso perché viaggio molto per lavoro, quindi ho pensato che portarmi dietro una vasta scelta di libri da leggere senza appesantire troppo il mio bagaglio non sarebbe stata una cattiva idea. L'ho preso per tutti i motivi di cui (non) ho parlato prima. Ma soprattutto l'ho preso perché è inevitabile.
Per spiegarmi meglio faccio una divagazione: oltre alla lettura la mia altra grande passione è la musica. Quando ho iniziato ad ascoltare musica, a decidere consapevolmente quale musica ascoltare, c'erano i dischi in vinile, ed io compravo quelli, poi li registravo sulle musicassette che ascoltavo nel walkman e più tardi in auto. Qualche anno dopo sono arrivati i cd, quando il loro prezzo è diventato ragionevole, ho cominciato a comprare quelli e, piano piano, ho smesso di prendere i vinili. In seguito è arrivato il momento dei file mp3, adesso la musica la acquisto e la ascolto prevalentemente in formato digitale. Questo non vuol dire che ho gettato via tutti i miei vecchi dischi in vinile, ma è molto raro che ne ascolti qualcuno. Certo, sono dei begli oggetti, con copertine che talvolta sono dei veri e propri capolavori grafici, qualcuna si apre e ci sono tutte le note, i testi ecc. È affascinante il gesto di metterli sul piatto e abbassare il braccio per appoggiare la puntina sul microsolco, ma sono più scomodi da usare rispetto a un cd o un lettore mp3. Per tutti i puristi che argomentano sul calore dell'analogico rispetto alla freddezza digitale, vale il discorso dell'odore della carta. Non mi interessa, sono sofismi. Quando ascolto musica, o leggo un libro, quello che mi colpisce è il contenuto, la confezione passa in secondo piano, la musica, il testo, sono più importanti della copertina, per quanto bella possa essere, più del frusciare della carta. In questo momento siamo agli albori del passaggio dai libri di carta ai libri digitali, forse ci vorrà più tempo di quanto è successo con la musica e, probabilmente, il libro tradizionale non sparirà mai del tutto, ma di certo il futuro è dell’ebook.
Voi che ne pensate?
Voi che ne pensate?
Roberto Bonfanti
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