Un’auto sfreccia nella notte, frena, sbanda, evita un gattino... Video clip non-stop in un pub semideserto... Tre puttane per la strada, una più brutta dell’altra... Accendo la radio, house, cambio stazione, blues, spengo...
Talvolta mi torna in mente la mia adolescenza, localizzo un certo numero di anni in una sola estate, mettiamo il ‘79, soprattutto per il suo carico di emozione, di valori semplici e sinceri, prima delle nebbie e delle ambiguità degli anni ottanta.
Ricordo una mattina di Luglio, per una strada di campagna, ho preso la scossa, l’aria era “elettrica”; sono tornato indietro ed ho provato la stessa sensazione altre due, tre volte.
Ed una sera che abbiamo visto una stella cadente, ma così bene che pensavamo di aver individuato il punto in cui era caduta e siamo andati a cercarla.
C’era qualcosa di magico nella vita e in ognuno di noi.
C’era una sete di conoscenza non ancora appagata dall’età, e le speranze erano ancora intatte; come potevamo sapere che sarebbero state tutte puntualmente tradite?
Mi ricordo della colonna sonora di quell’estate: i Pink Floyd, Bennato, i Rockets, e poi il juke-box, quante ore passate ad ascoltare le stesse canzoni.
E la novità delle due ragazze jugoslave, la domenica pomeriggio, bravini, cortesi, un giro per il paese, una coca cola, ma ne valeva la pena?
Pozdrav iz Beograd, una cartolina antica.
Discorsi di donne e motori, pomeriggi infiniti passati a giocare a pallone, per noi che ci eravamo persi il ‘68 e stavamo ancora aspettando l’onda lunga del ‘77 quello era tutto, il passato ed il futuro fusi in un interminabile presente.
Un’auto della vigilanza notturna rallenta e si ferma davanti ad una banca... I netturbini sono già in azione, lavano le strade... Un tale passeggia con un cane al guinzaglio... I semafori lampeggiano, gialli... Poliziotti in servizio controllano una macchina... Il cielo è più chiaro a Est...
Roberto Bonfanti - 1991
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