Robert Harris - Fatherland
Il romanzo si svolge in una realtà alternativa (è quindi più di tipo ucronico che distopico), in cui la Germania ha vinto la seconda guerra mondiale, si è annessa la Polonia, l’Austria e gran parte della Russia europea. Il Terzo Reich controlla politicamente le nazione dell’Europa occidentale, mentre l’ex unione Sovietica è diventata un paese asiatico, alleata degli Stati Uniti, paese in guerra fredda con la Germania
Hitler, alla vigilia del suo 75° compleanno, è il capo supremo della Germania e molti alti ufficiali nazisti, fra i quali Goebbels e Heydrich, occupano posti di primo piano nel governo del paese.
Il protagonista del romanzo, Xavier March, è un agente della polizia criminale, che si trova ad indagare sulla misteriosa morte di un gerarca nazista. La sua indagine lo porta a incontrare una giornalista americana, con la quale, dopo le incomprensioni iniziali, allaccia una relazione sentimentale. Nonostante l’ostilità della Gestapo, March porta a termine la sua indagine, scoprendo le prove di un terribile segreto che i vertici nazisti hanno nascosto all’opinione pubblica per oltre vent’anni.
La struttura del libro è quella di un thriller fantapolitico, ma l’elemento distopico aleggia su tutto il racconto, ne è un esempio l’atteggiamento del figlio del protagonista, nato e cresciuto in una dittatura che controlla le azioni e il pensiero fin dall’infanzia, che considera il padre poliziotto non abbastanza allineato all’ideologia, e che per questo… (niente spoiler nelle mie recensioni!).
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