Il selfie ormai è un termine obsoleto. Niente di strano, visto che non è altro che un modo moderno di chiamare una cosa piuttosto antica, che ha quasi gli stessi anni della fotografia: l’autoscatto.
Quando qualcosa smette di essere di moda e diventa troppo comune non rimane che cercare un’altra novità, niente di più facile che cercare di sfruttare il filone con derivati e variazioni, effimeri come questi tempi fast and furious richiedono.
Ecco quindi che assistiamo al proliferare del foodie, cioè le foto del cibo più o meno scenograficamente agghindato. Meno diffuso ma più nightlifer il drinkie.
Promette di risvegliare ben altri appetiti il belfie, cioè la foto del lato b, così in voga fra le star e le presunte tali.
Allo stesso filone appartengono il bikini bridge, cioè la foto di quel "ponte" che il pezzo inferiore del costume femminile forma quando una ragazza ha le ossa dell'anca molto sporgenti e la pancia piatta, l’underboob e il sideboob, autoscatti da vari punti di vista del seno.
Tornando alle parole che finiscono in –elfie, come dimenticare l’helfie (selfie ai capelli) e il welfie (selfie mentre si fa ginnastica)?.
Ma sto divagando troppo, su questo blog si parla di libri e letteratura, non di gossip, quindi un termine più attinente al contesto è il bookie, cioè la foto del libro che stiamo leggendo, e la sua naturale evoluzione, l’ebookie, e questo non c’è bisogno di spiegarlo.
p.s. Il bikini bridge sembra che sia una bufala creata ad arte, ma c’è da chiedersi qual è il confine fra fake e realtà nel mondo dei social network…
p.p.s. Non so se termini come foodie, drinkie, bookie e ebookie sono reali o di uso comune, vale quanto detto prima a proposito del bikini bridge.
Nella stesura di questo articolo è stato fatto abuso di termini social trendy.
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