Luigi non ha avuto una vita facile, fin dalla nascita, accolto come un “intruso” dal padre Antonello, scarsamente dotato di istinto genitoriale, che lo vede come un rivale nell’affetto di sua moglie Marialuce. La sua infanzia travagliata coincide con gli orrori della guerra, che lo costringono a girovagare al seguito della famiglia, Da Roma a Padova e poi a Galzignano, un paesino sui Colli Euganei, dove l’ostilità dei ragazzi del luogo lo fanno sentire estraneo e non accettato nella comunità. Dopo la nascita del fratellino Davide anche il suo rapporto con la madre, che gli aveva sempre riservato amore e protezione, cambia radicalmente; la donna, provata da tanti disagi e da una salute cagionevole, inizia a trattarlo con freddezza, facendolo diventare il capro espiatorio delle sue ossessioni e della sua sempre più evidente depressione.
Solo da adulto, grazie all’amore della giovane Eliana, una studentessa di medicina incontrata per caso e che diventerà la sua compagna di vita, Luigi trova il modo di rievocare i suoi trascorsi e fare pace con i fantasmi del suo doloroso passato.
L’Intruso è il primo lungo racconto, quasi un romanzo breve, di questa raccolta di Sergio Bertoni, nel quale le vicissitudini del protagonista sono calate nella tragica cornice della Seconda Guerra Mondiale, un’epopea vista dalla parte della gente comune, quella che subisce gli eventi senza potervisi opporre che con la rassegnazione e l’arte di arrangiarsi.
La qualità di questo autore è quella di rendere vividi e reali fatti e avvenimenti, di farci sentire “dentro” la storia, grazie alla sua prosa netta e dettagliata, ricca di colore e capace di esprimere le sfumature emotive dei suoi personaggi.
Anche gli altri racconti sono degni di nota, soprattutto quelli che hanno come tema le contraddizioni della società, della religione e della burocrazia, sconfinando anche nella fantascienza; argomenti trattati con rigore storico e scientifico, ma vergati con la penna divertita e disincantata di uno scrittore che stimo e apprezzo.
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