mercoledì 25 gennaio 2017

Intervista a Massimiliano Ardino

Oggi incontriamo Massimiliano Ardino, autore de Le ossessioni del Pinguino, libro che ho molto apprezzato. Qui la mia recensione.

1. Ciao Massimiliano, benvenuto sul mio blog. Vuoi raccontare qualcosa di te ai miei lettori? Che fai nel quotidiano, interessi, hobby ecc.
Ciao Roberto e grazie per questa intervista. Qualcosa di me? Mi definisco una persona molto fortunata, ho una splendida famiglia con due bellissimi bimbi, un lavoro che mi piace e che mi permette di stare a contatto con le persone e con la pubblicazione di questo romanzo ho coronato un mio sogno. Sono nato a metà degli anni settanta a Milano, dove vivo e dove ho ambientato, insieme ad un paesino sullo stretto di Messina (dove è nato mio padre), il mio libro.

2. Ogni scrittore porta con se la sua esperienza di lettore. Ci sono degli autori o dei libri ai quali ti senti particolarmente legato, che magari sono stati fonte di ispirazione nella stesura del tuo romanzo?
Non mi sono ispirato ad un autore o ad un libro particolare. Ci sono però scrittori e opere che ho amato, penso a John Fante e Stefano Benni, a “Il Lercio” di Irvine Welsh e a “Sognavo di essere Bukowski” di Gino Armuzzi.

3. Come ti sei avvicinato alla scrittura?
Per necessità. Nel senso che ho sempre sentito l’esigenza di scrivere, sin dai tempi della scuola. Prima poesie, poi racconti. Questo romanzo è nato molti anni fa, è stato spesso abbandonato, ma poi cresceva in me la volontà, anzi la necessità, di ultimarlo. La scelta di pubblicarlo, di consentire ad altri di leggerlo, è stato il passo più difficile. Lasciar leggere un proprio scritto ad altri è un po’ come mettersi a nudo.

4. Ho letto in un’altra tua intervista che il progetto Le ossessioni del pinguino ha occupato quasi dieci anni della tua vita: blocco dello scrittore o mania di perfezionismo?
Esigenze della vita. Primum vivere… ho dedicato tutto me stesso alla famiglia e al lavoro. Lo spazio per la scrittura me lo sono ricavato con tenacia, rubando ore al sonno. 

5. A ruota libera, parlaci del tuo romanzo.
Esistono cose che ci tengono legate a loro, anche se sembrano lasciarci uno spazio di movimento, per questo motivo le ho denominate guinzagli e ho voluto che il protagonista del mio libro si confrontasse con loro. Ne ho individuate 10, una per ogni capitolo: sono partito con il lavoro, poi è stato il turno dell’amore, a seguire alcool, sesso, denaro, verità, paura dell’oblio, ricordi, solitudine, infine il guinzaglio della felicità. Il protagonista in questo percorso racconta dei suoi amori, delle sue avventure, della sua vita, confidandosi con il barman di un locale di striptease, dove lui ne sta al bancone, con le spalle rivolte al palco. E’ una storia, è un viaggio, è un mettere a nudo i tanti “io” di cui tutti noi siamo composti.

6. Quanto c’è di autobiografico nella tua scrittura?
Amo scrivere di ciò che conosco, ma nessuno dei miei personaggi è reale, sono piuttosto la sintesi di diverse persone che ho conosciuto. Ti faccio una confidenza, un particolare che non ho rivelato in precedenti interviste: in realtà esiste un personaggio reale, è il cane che il protagonista trova per strada. E’ la cagnolina con cui ho convissuto per 10 anni e che trovai abbandonata in una situazione molto simile a quella che racconto nel libro. 
Cane fortunato, leggete il romanzo e capirete perché (ndr).

7. Come valuti il riscontro dei lettori riguardo al tuo libro?
L’aver scritto il mio indirizzo email alla fine del romanzo ha permesso ad alcuni lettori di scrivermi e questa è stata per me un’enorme soddisfazione. Così come è molto bello quando amici o colleghi mi parlano o scrivono del mio libro, o quando trovo una recensione in qualche store online, per fortuna sino ad ora solo recensioni positive. La scoperta più incredibile è stata però leggere una frase del mio libro inserita in un noto sito di aforismi.

8. Stai lavorando a qualche nuovo progetto in questo momento?
Sì, rotto il ghiaccio non voglio smettere. Sto costruendo la trama del prossimo libro. Lo scenario sarà sempre Milano, quella che sento più mia, la Milano dei Navigli e delle case popolari. Quanto al genere, beh, sorpresa.

9. Quali sono i pro e i contro dell’autopubblicizzare le proprie opere?
Il più grande “contro”: è molto difficile far conoscere la propria opera senza una grande casa editrice alle spalle, il mio libro non è neanche presente nelle librerie, ma solo negli store online. Un pro è invece quello di entrare direttamente in contatto con blogger letterari, potenziali lettori etc. Sto provando inoltre a far conoscere il mio libro attraverso il crowdfunding e l’essere riuscito a farmi supportare da più di 100 persone è stata per me una grande soddisfazione.

10. Da un po’ di tempo uso quest’idea che ho rubato al blogger Andrea Cabassi: vuoi fare una domanda all’intervistatore?
Lavorando nelle risorse umane da 20 anni non mi accontenterei di una sola domanda, consentimi invece di farti i complimenti, per la chiarezza delle tue recensioni e per lo spazio che dedichi a chi cerca di far conoscere la propria opera.

11. Quali sono le tue aspettative future, relativamente alla tua attività di scrittore?
Continuerò a scrivere sino a quando avrò dentro di me qualcosa che voglio condividere con gli altri. La speranza è ovviamente trovare sempre più persone che abbiano piacere a leggere ciò che scrivo! 

Grazie della chiacchierata, Massimiliano. Per finire, dove possiamo trovare Le ossessioni del pinguino?

In molto store online, solo Amazon ha anche la versione cartacea, Itunes Kobo Feltrinelli Mondadori Bookrepublic e altri distribuiscono l’e-book. 

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