In un futuro post apocalittico il mondo si sta riprendendo dal “Black Year”, una catastrofe all’apparenza naturale, in realtà frutto della follia degli uomini, la giovane Kira ha l’occasione di provare l’ebrezza del volo orbitale, una sorta di test-premio dimostrativo della rinata ingegneria spaziale. Mentre osserva le meraviglie del cosmo dall’interno della navicella in volo intorno alla terra un nuovo orrore si scatena sulla superficie del pianeta, lasciandola sgomenta e destinata a una sicura agonia, insieme ai suoi compagni di viaggio. In realtà è solo l’inizio di un incubo distopico e fanta-politico, ricco di complotti e colpi di scena inaspettati.
Gianluca Ranieri Bandini disegna un bel plot futuristico, con drammaticità e buona capacità introspettiva dei protagonisti, in un domani dai toni cupi. Nel romanzo si esplorano le reazioni dei personaggi di fronte ad eventi estremi, affrontando i temi dell’amicizia, della lealtà e dell’amore in un mondo che sembra aver perduto ogni valore e ogni sentimento. Mi piace la capacità dell’autore nel mettere al centro della sua personale “fantascienza” l’essere umano e le sue pulsioni, piuttosto che la tecnologia, in questo si dimostra degno allievo dei maestri Dick, Ballard e Bradbury, in una trilogia che si colloca appena mezzo gradino sotto l’epopea del precedente “Vivere o morire”. Consigliato.
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