lunedì 9 dicembre 2019

Wally G. Fin


Sono entrato in contatto con Wally G. Fin nel 2013, frequentando gruppi di facebook ad argomento letterario. Con lui, come con altre persone, ho instaurato un rapporto, per quanto virtuale, che mi sento di definire amichevole; ci scambiavamo spesso impressioni, commenti e consigli, sia in forma privata che nei post di fb e twitter.
Alcuni mesi fa ho notato che aveva diradato molto la sua presenza sui social, fino ad abbandonarli del tutto. Per qualche tempo ho chiesto a conoscenti comuni sue notizie, non ne ho avute e ho pensato che si fosse semplicemente allontanato dal web, comportamento più che legittimo, anche se qualche volta ho pensato a ipotesi peggiori.
Solo qualche giorno fa ho saputo che, purtroppo, Wally è mancato questa estate.
Non mi sono sentito di indagare sui particolari della sua dipartita, queste cose appartengono a una sfera privata che credo sia giusto rimanga tale. L’attività di Wally sul social era, come per tutti noi, ovviamente, solo la punta di un iceberg di affetti e legami che posso solo immaginare; la vita con i suoi cari, famigliari e amici, ai quali va il massimo rispetto per il loro lutto.
Però, quella parte di cammino che abbiamo percorso insieme, se volete marginale, senza averlo mai incontrato di persona, fatto di parole scritte su una tastiera e lette su uno schermo… non mi può lasciare indifferente, come non può farlo ogni interazione che ho con qualsiasi altro individuo qui, su internet intendo. Perché questa è una forma di relazione (senza bisogno di dover sottolineare “differente”) fra esseri umani.
In particolare con chi, come Wally, ho avuto tanti e frequenti scambi di opinione.

Nel 2014 avevo pubblicato una sua intervista su questo blog (leggi qui), allora neonato, nella quale riassumeva il suo pensiero sulla lettura e la scrittura. Alcune sue parole mi avevano colpito: con il disincanto che gli era tipico manifestava il desiderio che le sue opere gli sopravvivessero. Oggi mi sento, nel mio piccolo, di contribuire a far sì che questo avvenga.
Il suo gusto di lettore gli faceva prediligere le spy story e i romanzi d’azione. Quando ha deciso di cimentarsi con la scrittura ha creato una serie, “Eroi imperfetti”, composta da quattro capitoli, con protagonisti Marco e Bia, una coppia di improbabili agenti segreti che vivono le loro avventure in terre lontane ed esotiche, ambienti che Wally aveva conosciuto bene nei suoi frequenti viaggi all’estero per il suo lavoro di ingegnere trasfertista.
Sono romanzi di puro intrattenimento, scritti con gusto e passione, un mix di thriller, azione ed erotismo, assolutamente degni di reggere il confronto con la narrativa di genere, assimilata da tanti maestri d’oltreoceano.
Proprio la professione che lo aveva portato a vivere lunghi periodi fuori dall’Italia, in particolare in Medio Oriente e in Oceania, lo aveva ispirato a scrivere e pubblicare due volumi “Cinque anni in Iraq” e "Cinque anni in Australia”, dove il ricordo del suo contributo alla costruzione di centrali termoelettriche si alterna alla descrizione di usi e costumi del paese dove risiedeva e di tutte le difficoltà dell'interagire con tante persone provenienti dai quattro angoli del globo, con risvolti talvolta comici, altre volte seri e drammatici.
Un altro interesse che Wally coltivava da tempo era quello per l’attentato alle Torri Gemelle del 2001. Nel corso degli anni aveva accumulato molto materiale sull’argomento, pubblicato nell’ebook “911, il numero della Bestia”, un saggio che pone l’accento sulle incongruenze e sui misteri legati a uno dei più importanti eventi della storia moderna.
Come dicevo prima, l’intento di queste righe è di fare in modo che la sua eredità di scrittore non vada persa.
Mi piacerebbe che chiunque lo abbia conosciuto, sia di persona che sui social, lasciasse nei commenti un ricordo, un aneddoto, un semplice saluto.
Ciao Wally, non ti dimenticheremo.


8 commenti:

  1. Roberto, condivido in pieno quello che hai scritto.
    Wally è stato un amico con cui ho condiviso, come con te e altri, una parte del cammino di autrice self. Ci mancherà.

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  2. Bellissime parole, caro Roberto, che non avrei saputo dire meglio. Mai avrei immaginato che un uomo ancora giovane e così vitale ed energico, ci avrebbe lasciati così prematuramente. Mi associo di cuore al dolore e al rimpianto dei familiari e di tutti noi che lo abbiamo conosciuto e stimato, sia pure virtualmente!

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  3. Non ho mai interagito con lui ma il suo nome mi era noto. Quest'anno sono scomparsi anche tre bloggers ugualmente a me noti e la cosa mi ha costretto a rammentare che anche i contatti virtuali sono esseri umani con tutta la lo loro aleatorietà. Porgo le mie condoglianze ai famigliari e mi auguro che ora lui si trovi in un luogo migliore.

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  4. È proprio così, Ariano, a volte ce ne dimentichiamo. Grazie.

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  5. Ho conosciuto virtualmente Wally più o meno nel periodo che citi tu nel post, forse poco dopo. Rammento la sua genuinità nel proporre le opere su Amazon e la convinzione di riuscire a divulgarle adottando una politica di promozione e prezzi molto popolari. In seguito, dopo la temporanea apertura di un gruppo che gestivo su Facebook, Wally mi ha avvicinato per la progettazione di una copertina: aveva intenzione di ridisegnare il design degli ebook e di renderlo omogeneo alla serie. Aveva delle ferree convinzioni, in merito, ed era molto esigente Alla fine ero riuscito a trovare una grafica che gli piacesse e l'ha adottata (la stessa grafica che ho pubblicato ieri su Facebook, per un piccolo ricordo) almeno inizialmente. Poi si è ispirato ai Gialli Mondadori, per creare una linea personale, un suo stile immediatamente riconoscibile. Ammiravo la sua esperienza di vita, il bagaglio di competenze che gli ha permesso di scrivere una serie spy story alla quale era molto legato.
    Ci mancherà. Ma non sarà dimenticato.

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  6. Ciao Alberto, grazie per il tuo ricordo. Hai ragione, Wally era molto legato ai suoi romanzi, sono convinto che sarebbe contento di sapere che ne parliamo.

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