Il confine del titolo è quello che divide la normalità dalla follia, territorio sdrucciolevole che a chiunque può capitare di percorrere, in certe situazioni dell’esistenza.
All’interno di un ospedale psichiatrico giudiziario, in una sorta di sceneggiatura teatrale gli “attori” entrano ed escono dai ruoli che essi stessi, magari inconsapevolmente, hanno scelto.
Cristiana Pivari, pur nella brevità del racconto, riesce a far calare il lettore nelle pieghe della mente di chi quel confine lo ha oltrepassato senza possibilità di ritorno e, ormai, è costretto a misurarsi con i muri, fisici e mentali, della propria prigione.
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